Avrebbero pestato violentemente, colpendolo anche con una stampella in alluminio che la vittima aveva in uso, un loro familiare che li aveva richiamati per un rumore molesto e aveva esploso un colpo di carabina ad aria compressa centrando alla fronte uno di loro. È l’accusa contestata a Gioacchino Spampinato, 58 anni, che era i domiciliari, e a suo figlio Giovanni Battista, di 36, che sono stati arrestati dalla squadra mobile della Questura di Catania. Nei loro confronti il Gip, su richiesta della Procura, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio aggravato dalle condizioni di minorata difesa della vittima e dai futili motivi.
Le indagini sono state avviate dopo l’arrivo, il 2 giugno scorso, in codice rosso, della vittima al pronto soccorso dell’ospedale San Marco con «ferite lacero contuse al volto, agli arti inferiori e superiori nonché con diverse tumefazioni, ecchimosi ed edemi in più parti del viso e del torace».
Alla polizia l’uomo ha detto di essere stato aggredito senza motivo da un gruppo di giovani sconosciuti nel rione San Giorgio. Le indagini della squadra mobile hanno portato a un’altra ricostruzione dell’accaduto: i due Spampinato, padre e figlio, dopo la lite con il loro congiunto e il colpo di carabina ad aria compressa da questo esploso lo avrebbero aggredito con pugni, calci e colpi di stampella all’altezza del capo, al volto e in altre parti del corpo, facendo cadere l’uomo a terra esanime. I due indagati sono stati arrestati e condotti in carcere.
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