Inchiesta Centauri, guerra tra cosche a Catania: ordinanza per due indagati vicini al clan Cappello
Due persone ritenute contigue al clan Cappello, Alfio Castagna, 37 anni, e Renè Distefano di 34, sono i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare per tentato omicidio e detenzione e porto di arma, reati aggravati dal metodo mafioso e per avere agevolato la cosca. Il provvedimento, emesso dal Gip Marina Rizza, su richiesta del pool della Dda coordinato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo su indagini del nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale di Catania, è stato notificato in carcere ai due indagati, già detenuti per altra causa. È la quarta misura cautelare dell’inchiesta Centauri eseguita da militari dell’Arma sul conflitto a fuoco dell’8 agosto del 2000 in viale Grimaldi che coinvolte numerosi tra esponenti dei clan mafiosi dei Cursoti milanesi e dei Cappello e che causò due morti, Luciano D’Alessandro di 48 anni e Vincenzo Scalia di 29, e sei feriti. Dall’operazione Centauri è scaturita una prima sentenza della Corte d’Appello di Catania, emessa il 23 ottobre scorso, con 12 condanne, con pene comprese tra due e 12 anni di reclusione, e un’assoluzione. Dalle indagini e dalle dichiarazioni di pentiti è emerso il presunto coinvolgimento dei due indagati che, secondo l’accusa, avrebbero partecipato al conflitto a fuoco, esplodendo diversi colpi contro due esponenti del clan rivale dei Cursoti milanese, Martino Carmelo Sanfilippo e Rosario Viglianesi, senza causarne la morte. Diversi collaboratori di giustizia hanno ricostruito il contrasto insorto tra Carmelo Di Stefano, dei Cursori milanesi, e Gaetano Nobile, dei Cappello, e quello tra Salvuccio Junior Lombardo, dei Cappello, e Giorgio Campisi, dei Cursori milanesi, le fasi organizzative della spedizione e la dinamica effettiva del conflitto a fuoco. Agli indagati è contestato il conflitto a fuoco che sarebbe stato attuato per «riaffermare il prestigio e la supremazia del clan Cappello sul territorio» e che sarebbe stato anche «strumentale al controllo delle piazze di spaccio del rione San Berillo nuovo, contese da Carmelo Di Stefano». Tra i moventi citate anche le aggressioni subite da Gaetano Nobile, il 7 agosto del 2020, da appartenenti al gruppo di Carmelo Di Stefano, quella di Salvuccio jr Lombardo, dello stesso giorno, a Giorgio Campisi, Rosario Viglianesi e e Giovanni Nicolosi e l’esplosione di colpi di arma da fuoco, l’8 agosto del 2020, contro un centro scommesse ritenuto di pertinenza di Salvuccio Jr Lombardo. Lo stesso giorno ci sarà lo scontro in strada, con sparatoria, tra i due gruppi criminali.