Appalti truccati tra Campania e Sicilia, nell'inchiesta anche un deputato regionale
Approda a Catania parte l'inchiesta della Dda di Napoli su un presunto sistema che avrebbe condizionato l’assegnazione degli appalti tra Campania e Sicilia con 34 indagati. Tra le persone su cui la Procura ha acceso un faro, infatti, c'è anche il deputato regionale del Mpa in Sicilia, Giuseppe Castiglione, non indagato a Napoli, arrestato il 24 febbraio scorso nell’ambito dell’inchiesta Mercurio della Dda etnea sulla 'famiglià Santapaola-Ercolano di Cosa Nostra. Il parlamentare regionale, ai domiciliari dal 24 marzo, è ancora in carica, ma dopo l’arresto si è dimesso dalla commissione regionale antimafia e dal ruolo di capogruppo all’Ars. Nell’inchiesta Mercurio la Procura di Catania gli contesta di avere stretto un accordo con il clan Santapaola-Ercolano per le Regionali del 2022 in Sicilia. Secondo la Dda di Napoli, Nicola Ferraro, già condannato in via definitiva per avere ricoperto il ruolo di referente del clan dei Casalesi nel settore degli appalti, sarebbe riuscito a fare dirottare in favore di due degli imprenditori del 'sistemà, i fratelli Ciummo di Cassino, titolari della società Super Eco srl, una gara di un lotto per la raccolta dei rifiuti a Catania da oltre76 milioni di euro, grazie alla collaborazione di Giuseppe Castiglione, all’epoca presidente del consiglio comunale. Questa parte dell’inchiesta è stata stralciata è già trasmessa alla Dda di Catania per competenza. Giuseppe Castiglione, tramite il suo legale, l’avvocato Salvatore Pace, «ribadisce la propria totale estraneità alla vicenda» e «l'assoluta fiducia nella magistratura». «Non si è mai interessato dell’appalto in questione né, del resto - aggiunge il penalista - il suo ruolo, all’epoca dei fatti, gli consentiva di intervenire in alcun modo nella procedura per l'espletamento della gara per l’aggiudicazione dei tre lotti dell’appalto per la raccolta dei rifiuti a Catania». Il deputato regionale, tramite il suo difensore, conferma di avere "incontrato in un’occasione Ciummo, non ricorda presentatogli da chi», ma «l'imprenditore non gli fece nessuna richiesta particolare di interessamento, né Castiglione gli promise alcunché, né chiese, nell’occasione, di avere riservati posti di lavoro» e, «men che meno, ebbe pressioni o comunque venne indotto a interessarsi dell’appalto in questione da esponenti del clan Santapaola»