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Operazione Oleandro, 140 anni di reclusione per 16 imputati

Oltre 200 carabinieri del Comando provinciale di Catania, con il supporto di reparti nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Palermo e Udine, stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dai gip dei tribunali ordinario e per i minorenni nei confronti di 46 indagati, comprese cinque persone non maggiorenni all'epoca dei fatti. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l'aggravante del metodo mafioso. Al centro delle indagini piazze di spaccio gestite per conto del gruppo Nizza, inserito nella 'famiglia' Santapaola-Ercolano. ANSA/Carabinieri ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING NPK

Oltre 140 anni di reclusione per 16 imputati e un’assoluzione: è le sentenza emessa dal gup di Catania, Pietro Currò, nel processo celebrato col rito abbreviato nato dall’operazione Oleandro della guardia di finanza che, il 18 gennaio del 2024, eseguì quindici arresti per mafia e riciclaggio. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti Assunta Musella, GiuseppeSturiale e Fabio Regolo, avrebbe acceso un faro sul 'gruppo di Picanellò del clan Santapaola-Ercolano.

Ai vertici, secondo l’accusa, ci sarebbero stati i 'reggentì della cosca nel quartiere che avrebbero utilizzato una stalla per gli incontri con i loro sodali: Carmelo 'Melò Salemi, di 66 anni, condannato a 20 anni di reclusione, e Giuseppe Russo, di 49 anni, detto 'il giornalistà o 'l'elegantè, condannato a tredici anni e nove mesi. Assolto Lorenzo Panebianco.

Una delle attività più redditizie del sodalizio sarebbe stata l’erogazione di prestiti a tassi usurari, inseriti in un sistema più ampio di reinvestimento dei proventi rinvenienti dal traffico di sostanze stupefacenti, dalle estorsioni e dal gioco d’azzardo. Gli indagati avrebbero inoltre utilizzato metodi mafiosi per minacciare le vittime e garantirsi il pagamento delle rate di capitale e interessi.

Queste le condanne: Antonino Alecci, 14 anni e 6 mesi, Andrea Caruso 14 anni e 6 mesi, Nunzio Comis 10 anni, Giuseppe Conti 9 anni e 10 mesi, Michele Cuffari 2 anni e 4 mesi, Alessandro De Luca 7 anni, Santo Di Bella 2 anni e 4 mesi, Giuseppe Gambadoro 11 anni e 5 mesi, Germano Lorefice 3 anni, Salvatore Nicotra 4 anni e 4 mesi, Giuseppe Russo 13 anni e 9 mesi, Carmelo Salemi 20 anni, Mario Salemi 2 anni e 4 mesi, Biagio Santonocito 3 anni e 8 mesi, Corrado condannato Santonocito 3 anni, e Alfio Sgroi 20 anni.

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