CALTAGIRONE. Proporre diverse facce della cultura e del fenomeno mafioso, osservando «cosa nostra» con gli occhi e con la carne di donne siciliane forti, risolute, combattive, ma in taluni casi schierate dalla parte sbagliata. È l'obiettivo di «Donne di mafia», tratto dalla 'Trilogia della Malavità del giornalista, poeta e drammaturgo calatino Angelo Mancuso, che debutterà il 18 aprile, alle 21, a Caltagirone (Catania), in piazza San Francesco d'Assisi, nell'Auditorium voluto da Sturzo e Scelba e poi caduto in disuso e che riprende ora l'attività grazie all'Associazione Teatro dell'Orca. La seconda tappa è prevista il 23 Aprile alle 21 nel Piccolo Teatro di Catania. Donne di mafia, che andrà in scena con l'adattamento e la regia di Gianni Scuto e accompagnata dalle musiche di Rosa Balistreri, è composta da tre atti unici - «La consegna», «Il rifiuto» e «Madre Sicana» -, che potrebbero essere rappresentati separatamente, ma che, vertendo su un solo tema, possiedono un forte senso di continuità. I tre atti unici contengono storie tratte dalla cronaca criminale. Il salto di qualità dell'autore, però, consiste nell'approdo umano, scandagliato e proposto con acuta lucidità. Inoltre, il montaggio previsto dalla messinscena appare ancor più fortemente realistico. La pièce propone un percorso in tre stadi, quasi fossero stazioni di sofferenza, pentimento ed angoscia. Segno distintivo sarà un mondo di macerie e miserie umane che vengono trasmesse attraverso la presenza di tre «sacerdotesse» depositarie di un rito infinito e ineluttabile. Tra gli interpreti Nellina Laganà, Cettina Bonaffini, Marcella Marino, Antonella Scornavacca, Loriana Rosto.