Clara e Melania, due donne, due attrici. Si incontrano nei camerini di un teatro, per la prima prova di uno spettacolo che le vede entrambe protagoniste. Lo scontro è immediato. Sono diverse, estreme, dicotomiche. Tra una prova trucco e un cambio d’abito le due donne si scontrano, si confrontano, inevitabilmente si raccontano. Due donne agli antipodi forse, o forse più simili di quanto non sembri. DICOTOMIE (sottotitolo: “Al buio le donne sono tutte uguali”) racconta, attraverso l’immaginario femminile, le molteplici sfaccettature del genere umano, poiché non esiste una sola questione femminile che non riguardi l’intera umanità. Perché attraverso le dicotomie? Perché tutti i riferimenti culturali a nostra disposizione ci rimandano a una visione polarizzata del concetto di donna, senza mezze misure. Donne lontanissime, agli antipodi, portatrici di pensieri antitetici e sideralmente opposti, ma incredibilmente vicini, a volte, corrispondenti, spesso, capaci di metterci in crisi, sempre. E cosa sono le donne se non dicotomie su tacchi 12 (o anche su Converse, per restare in tema di dicotomie)? Diavolo e acquasanta, inferno e paradiso, bianco e nero, dannazione e salvezza, forza e fragilità, odio e amore. Clara e Melania, le donne che abbiamo scelto di raccontarvi sono esattamente così: schierate, in trincea, ferme nelle loro convinzioni oltre ogni ragionevole dubbio. Donne divergenti. Donne con la corazza, una corazza che pesa fino a crollare. Dentro la quale si nascondono fragilità, inadeguatezza, insicurezza, disagio. Dicotomiche ma gemelle, entrambe figlie del “male di vivere”. Dicotomie è un invito alla riflessione alleggerito da parentesi ironiche, caustiche, mordaci e arricchito da inserti performativi e musicali. Dall’idea alla messa in scena due donne dicotomiche in tutto ma in totale comunione di intenti nella necessità di voler raccontare, attraverso il bianco e il nero, quel caleidoscopio di colori che è l’universo femminile.