Catania

Giovedì 30 Gennaio 2025

Bronte, Dacia Maraini agli studenti: «No alla guerra dei sessi, studiate il destino delle donne»

Nella foto da sinistra: Antonio Oliveri (Demea eventi culturali), Maria Pia Calanna, Dacia Maraini e Sabrina Anello

«No alla guerra dei sessi» per l’emancipazione femminile, ha detto Dacia Maraini durante un recente incontro all’istituto d’istruzione superiore Benedetto Radice di Bronte, nel corso del quale si è soffermata pure sull’inesplorato destino delle donne di Bronte, a seguito della sommossa del 1860 repressa da Nino Bixio, e ha spronato la platea alla ricerca storica dicendo: «Studiate questo fenomeno, è molto interessante». Per gli studenti è stato «l’evento conclusivo del progetto Incontro con l’autore, dopo la lettura del suo libro «In nome di Ipazia. Riflessioni sul destino femminile». Ma la dirigente scolastica, Maria Pia Calanna, l’ha reso pubblico e fra i tanti partecipanti c’erano l’assessore Maria De Luca e i consiglieri comunali Nunzio Saitta e Mauro Petralia del comune di Bronte e, per quello di Maletto, gli assessori Melo Melardi e Maria Spatafora con la presidente del consiglio Michela Gambino. Per la Calanna, la Maraini narra «storie viste con gli occhi di una donna che sa guardare il mondo e lo sa raccontare. Con una fermezza, con una forza e una capacità narrativa senza eguali, affronta un argomento che noi trattiamo spesso: quello della violenza di genere. Questa è la prima scuola in Italia - ha tenuto a precisare la dirigente - in cui è nato uno spazio, che si chiama stanza zero, ad opera del Telefono Rosa Sicilia, di cui è presidente la professoressa Antonella Caltabiano». A dialogare con l’autrice, la professoressa Sabrina Anello, la quale ha sottolineato: «È stato importante leggere il libro, per scardinare certi pregiudizi, la cultura della sopraffazione e della violenza. Le storie narrate sono punto di partenza per esplorare temi di estrema attualità, legati alla libertà di pensiero, al coraggio e alla lotta contro le ingiustizie e le violenze subite dalle donne nel corso della storia e, purtroppo, ancora oggi». Dacia Maraini ha ricordato che «le donne sono un prodotto della storia, come gli uomini» e che ci sono «uomini saggi, che hanno un minimo di buon senso, accettano il cambiamento e rinunciano ai loro privilegi, come noi abbiamo rinunciato ad altri». Sulle libertà femminili, poi, la scrittrice ha specificato: «Io non la metterei su una guerra fra i sessi. È una questione di cultura, se un uomo identifica la propria virilità con il possesso, col comando e con la proprietà, è chiaro che se ciò viene meno entra in crisi, ma una crisi talmente devastante che può trasformarsi in assassino. Per fortuna ci sono tanti uomini che non sono terrorizzati, che hanno un minimo di buon senso». La Maraini, inoltre, ha aggiunto: «Abbiamo bisogno di modelli maschili forti, importanti, come Falcone e Borsellino, perché ci fanno riflettere sui rapporti con la prepotenza, con l’arroganza, così abbiamo bisogno di donne modello. Ma non è facile, ce ne sono poche e a volte sono state cancellate, penso ad Artemisia Gentileschi, una grande pittrice, venuta fuori dopo il ’68 e il femminismo, perché prima nessuno la prendeva sul serio». Tanti gli altri argomenti affrontati, fra cui aborto e gestazione per altri, diritti negati alle donne islamiche e «pena di morte che è un obbrobrio», senza tralasciare l’antico e il nuovo testamento con «la grande trasformazione della società che c’è stata con il passaggio dalla vendetta alla giustizia». Infine, da noi invitata a una riflessione sullo sconosciuto destino delle donne di Bronte, familiari degli uccisi e condannati, durante e dopo la sommossa del 1860, rivolta che la drammaturga trattò nella sua opera teatrale Viva l’Italia (1971), Dacia Maraini ha risposto: «Studiare questo fenomeno è molto interessante. Qua ci sono grandi intelligenze e grandi capacità, per fare una ricerca». Nella foto da sinistra Antonio Oliveri (Demea eventi culturali), Maria Pia Calanna, Dacia Maraini e Sabrina Anello

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