CATANIA. «Il dramma dei disoccupati si somma alle ansie dei cassintegrati. Catania, lo rivela l'ultimo Rapporto Uil sulla Cassa integrazione in Italia, è ancora una volta tra le 10 province con il più alto tasso di aumento della Cig, che è cresciuta del 164% fra luglio e agosto. Dinanzi a questi scenari di desertificazione sociale e produttiva, come si fa a restare indifferenti, a lanciare proclami senza assumere decisioni concrete, a perpetuare lo squallido spettacolo delle risse tra cercatori di poltrone?». Lo afferma il segretario generale della Uil, Fortunato Parisi, commentando i dati appena diffusi dal Servizio nazionale Politiche del lavoro Nello studio del dipartimento anche il report dei dati gennaio-agosto 2014 raffrontati con lo stesso periodo dello scorso anno che vede un calo del 27,8% della Cassa integrazione a Catania: «Un segno meno che non può confortarci – dice Fortunato Parisi – perché, come evidenzia lo stesso ”rapporto”, quei numeri scontano il blocco amministrativo della Cassa in deroga, il cui montante di ore sarebbe stato più alto se vi fosse stata certezza negli stanziamenti di risorse. Purtroppo, nessun segnale di ripresa per le piccole imprese, cuore dell'economia etnea, che nella Cig in deroga hanno unico (e ultimo) salvagente». Il segretario della Uil etnea annota i segnali della crisi, sottolineando che il sindacato non è disposto ad assistere impotentei. «La Uil etnea insisterà nel sollecitare un fronte comune tra istituzioni cittadine e organizzazioni del lavoro per risollevare la provincia, costruendo condizioni di sviluppo occupazionale e sociale. Dai nostri incontri con i consiglieri comunali delle commissioni Urbanistica e Lavori pubblici del Consiglio comunale è emersa la proposta di un Osservatorio permanente sulle ”Incompiute”, che adesso vogliamo condividere con tutte le organizzazioni del mondo del lavoro, gli esponenti politici, le istituzioni». Fortunato Parisi dice di apprezzare la sfida che il sindaco ha lanciato a Regione e Stato per sbloccare i lavori, commentando il tragico gesto di piazza Risorgimento, dove un edile disoccupato s'è dato fuoco. «È stata la Uil — rivendica il sindacalista — a parlare per prima di: ”SbloccaCatania-che-non-c'è”. Non possiamo, però, puntare il dito soltanto sulle grandi opere. In città e provincia, cresce il bisogno disperato di lavoro. Ci accontenteremmo di vedere subito aperti i tanti piccoli cantieri che restano confinati in quei libri dei sogni chiamati Piani triennali delle opere pubbliche».