CATANIA. A Catania rischiano di chiudere gli istituti scolastici superiori, molte strade non saranno più transitabili e i disabili sensoriali resteranno senza servizi. La Provincia è, infatti, quella che in Sicilia subisce il più elevato prelievo forzoso da parte dello Stato: 36,2 milioni di euro nel 2015; saranno quasi 50 milioni nel 2016; ben 63 milioni nel 2017. A questo va aggiunta la diminuzione dei trasferimenti statali e regionali che la «stanno portando al dissesto». È quanto emerge da uno studio regionale affettuato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa, Usb e Cnl assieme al coordinamento delle Rsu di tutte le ex Province siciliane annunciando «lo stato di agitazione del personale». Il documento è stato consegnato al Prefetto di Catania, durante il sit-in dei dipendenti della Provincia e delle partecipate che si è svolto in via Etnea. «Siamo molto preoccupati per la situazione economica dell'Ente - sottolineano i sindacati di Catania - perchè ai prelievi forzosi si aggiunge l'azzeramento dei trasferimenti già fatto prima. Tutto ciò, in assenza di una legge di riordino, sta provocando anche una pesante penalizzazione dei servizi prestati ai cittadini anche perchè le Province continuano a svolgere le stesse funzioni di prima, almeno in teoria, perchè senza risorse è quasi impossibile ormai continuare a farlo». Le funzioni ancora svolte dalla Province, ricordano i sindacati, vanno dai servizi sociali e culturali alla costruzione e manutenzione delle scuole superiori; dalla tutela ambientale alla promozione turistica; dalla manutenzione della rete stradale intercomunale, regionale e rurale al sostegno delle attività artigianali.