CATANIA. «Lavoratori italiani, mobili svedesi, stipendi cinesi». Forse la globalizzazione, con le sue contraddizioni è tutta qui, nello striscione realizzato dai dipendenti di Ikea Catania che ieri – sulla scia dello primo sciopero italiano organizzato sabato scorso a Firenze, Brescia, Napoli, Bologna e Genova (dove il punto vendita è stato addirittura chiuso per mancanza di addetti) - hanno incrociato le braccia per 10 ore.
Dalle 8 alle 18 circa la metà dei 200 dipendenti di Catania ha protestato nel piazzale antistante il mall. Una mobilitazione straordinaria da parte di lavoratori dall’alto tasso di istruzione che, ci hanno confessato, non avevano mai fatto un giorno di sciopero. Una lapide a forma di pietra miliare commemorava il «compianto C.I.A.», ovvero il Contratto Integrativo Aziendale.
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