CATANIA. Brusco stop alle procedure di salvataggio dei cantieri Tecnis, la società di costruzioni – fra le più grosse in Italia per volume d’affari e appalti in corso in tutta Italia e all’estero - coinvolta in ottobre nell’inchiesta «Dama Nera» della Procura di Roma per presunte tangenti all’Anas. Uno scandalo che, oltre a paralizzare decine di cantieri strategici in Sicilia nella realizzazione di infrastrutture per il territorio, ha rallentato (in alcuni casi congelato) i pagamenti di centinaia di maestranze e migliaia di fornitori (si parla di circa 1800 partite iva collegate alla «galassia Tecnis»), ponendo una grossa incognita sul futuro di un intero sistema economico e, a cascata, del suo indotto. Il Cda ha deliberato il ritiro di quel Piano di ristrutturazione del debito su cui si attendeva il parere del Tribunale di Catania il prossimo 22 febbraio. Un piano, che il cda si riserva di riformulare fra 15 giorni, al quale erano affidate le concrete speranze di superare l’attuale impasse amministrativo di Tecnis, su cui pesa anche un’interdittiva antimafia della Prefettura di Catania. A motivare la decisione del cda di ritirare il documento, sarebbe stata l’assenza delle necessarie condizioni per metterlo in atto: ovvero il via libera dei fornitori; quello delle banche, che dovrebbero sostenere finanziariamente l’impegno di saldare, a rate, tutti i debiti verso lavoratori e fornitori; e, infine, l’ok dell’Erario.