CATANIA. Confindustria Catania torna a chiedere con forza di riaccendere i riflettori sulla problematiche della Zona Industriale del capoluogo etneo. Dopo «anni di denunce per l'incuria e il degrado» nell'area di Pantano d'Arci, l'associazione aveva salutato con «grande soddisfazione» l'essere riuscita a far sedere attorno ad un tavolo operativo tutti gli interlocutori che hanno competenza con l'obiettivo di «trovare soluzioni concrete». Nel corso delle molteplici riunioni svolte in questi mesi su impulso dell'amministrazione comunale di Catania, però Confindustria etnea sottolinea di essersi «trovata di fronte ad interlocutori istituzionali ormai costretti a reggersi su gambe mozze: una ex Provincia sull'orlo del dissesto e un Irsap privo di fatto di un vertice politico e amministrativo, con risorse risicate, insufficienti persino pagare gli stipendi, meno che mai a garantire l'ordinaria manutenzione o gli investimenti».
«Purtroppo ad oggi - afferma Confindustria Catania - la evidente incapacità del Governo regionale a districare le matasse create con una gestione della cosa pubblica inadeguata e a tratti dannosa si sta abbattendo con virulenza anche sul nostro tessuto economico già fortemente provato dalla crisi».
«Sicurezza, pulizia e raccolta dei rifiuti, viabilità, illuminazione, reti idriche adeguate, lotta al disseto idrogeologico: non avevamo chiesto dispendiose e inutili cattedrali nel deserto per la nostra area industriale ma interventi che potessero garantire il semplice diritto a fare impresa», osserva l'associazione degli industriali, che ritiene «oggi urgente un'assunzione di responsabilità straordinaria che possa rimettere in pista quei progetti, in parte già esecutivi, che hanno purtroppo perso il treno dei fondi europei».
«Per questo - conclude Confindustria Catania - auspichiamo che l'amministrazione Bianco possa dare risposte celeri e certe rispetto all'impegno assunto nelle scorse settimane di prevedere il finanziamento di questi progetti nell'ambito del Patto per Catania che dovrà a breve essere sottoscritto con il Governo».
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