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Catania, le Acli: i nostri giovani condannati a emigrare

Lo scorso anno, 4 giovani su 10 d’età compresa fra i 15 e i 29 anni non studiavano e non lavoravano (nel resto d’Italia 2 su 10)

CATANIA. Lo scorso anno, 4 giovani su 10 d’età compresa fra i 15 e i 29 anni non studiavano e non lavoravano (nel resto d’Italia erano solo 2 su 10). Se si allarga la forbice fino ai 34 anni, i cosiddetti neet (giovani non occupati, non in istruzione, non in formazione), in Sicilia diventano addirittura il 42%. Significa che su 100 giovani siciliani sotto i 35 anni, 42 di loro – quindi quasi la metà - hanno già rinunciato al proprio futuro ed è da immaginare, che vivono o sopravvivono alle spalle dei genitori, finché stipendi o pensioni di quelli lo consentiranno.

Elaborati su base Istat, sono questi i dati forniti dalle Acli siciliane (Associazioni cristiane lavoratori italiani), come premessa al congresso regionale in programma sabato 9. E anche i numeri non sembrano affatto incoraggianti, il tema del dibattito non rinuncia alla speranza: “Niente paura, con le Acli attraversiamo il cambiamento” è il titolo del congresso che riunirà in città i rappresentanti delle varie province siciliane invitati a confrontarsi sui grandi temi dell’attualità a cominciare proprio dal lavoro che non c’è.

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