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Protesta a Catania per i dipendenti del call center Qè

CATANIA. I 600 operatori del call center Qè di Paternò a rischio di licenziamento e in sciopero ad oltranza dopo l'annuncio di licenziamenti hanno sfilato ieri a Catania per le vie del centro, da Piazza Roma all'ex palazzo Esa insieme con i sindaci di Paterno, Adrano e Randazzo e dai sindacalisti di Cgil e Slc Cgil, e Fistel Cisl per fare conoscere il loro caso all'opinione pubblica. Oltre ai deputati del Pd Luisa Albanella, Giovanni Burtone e Concetta Raia e al senatore Salvo Torrisi, alla manifestazione era presente anche l'assessore comunale Angelo Villari, che ha comunicato la decisione del sindaco Enzo Bianco di indire subito un incontro sul caso Qè.

Al termine della manifestazione una delegazione di lavoratori e sindacalisti sono è stata ricevuta da un componente dell'Ufficio di Gabinetto della Presidenza della Regione, Giuseppe Caudo. «Abbiamo chiesto - spiegano i segretari di Slc Cgil e Fistel Cisl di Catania Davide Foti e Antonio D'Amico - che la Regione si faccia carico di parlare con i committenti di Qè, Sky, Wind, Enel ed Inps, perchè in questi giorni di volumi di traffico indeboliti si sforzino di capire le ragioni dei lavoratori. Inoltre abbiamo chiesto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Crediamo che questa protesta stia creando le condizioni per aprire il caso e trovare nuove
soluzioni».

Intanto Slc e Fistel sono pronti per l'iniziativa già fissata per mercoledì a Roma con Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, appuntamento sollecitato dalla deputata PD Luisa Albanella, e per un incontro con l'assessore Mariella Lo Bello in programma venerdì alla Regione.

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