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Edilizia in crisi a Catania: "Persi 10 mila posti"

CATANIA. Dal 2009, stando a stime diffuse dalle organizzazioni di categoria, a Catania sono «andati in fumo» nel settore edile diecimila posti di lavoro.

«Almeno diecimila. Temo che i dati siano più preoccupanti e lo è ancora di più l’effetto sociale dovuto alla difficoltà di reimmissione nel mondo del lavoro», afferma Giuseppe Alì, imprenditore con laurea alla Bocconi, da poche settimane presidente provinciale del Gruppo Giovani dell’Associazione Costruttori-Ance.

Edilizia «locomotiva» dell’economia catanese. Almeno, un tempo era così. Oggi, invece com’è la situazione?

«Il settore soffre una profonda crisi da parecchi anni, soprattutto in termini occupazionali. Ciò è riconducibile alla crisi economica generale ma dipende anche da altri fattori più specifici, quali il calo degli investimenti pubblici, della stabilità economica delle famiglie e delle incerte prospettive di noi giovani. A ciò su aggiunge un forte sbilanciamento tra l’offerta e la domanda che ha di fatto abbattuto il valore degli immobili anche a causa di una esagerata pressione fiscale sul bene casa».

Non sarebbe, insomma, solamente colpa della crisi.

«Tanto dipende non solo dal drastico calo degli investimenti in lavori pubblici ma anche dalle poche possibilità di accesso al credito delle imprese. Occorre trovare nuove modalità di finanziamento (pubblico-private) e agire anche sul costo del lavoro per incentivare le assunzioni».

Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola la scheda "Vivere a Catania", con tutte le notizie e i dati sulla situazione nella provincia etnea.

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