Ricomincia la raccolta delle arance e torna il pericolo di caporalato e sfruttamento. A lanciare l'allarme la segreteria Uila Catania-Messina, riunito oggi in videoconferenza dal segretario generale Nino Marino che fa appello alle lavoratrici e ai lavoratori mettendo a disposizione la “linea verde ZeroCaporalato” per segnalazioni, anche anonime (numero 800974263) "La criminalità dei campi conta nelle sole province di Catania e Messina su almeno 3 mila nuovi schiavi - riferiscono -, impiegati anche in aree coltivate e magazzini del Siracusano e del Ragusano. Indispensabile rompere il muro della paura e del silenzio, non si può lasciare che questa battaglia venga combattuta unicamente da magistratura e forze dell’ordine". La segreteria territoriale dell’organizzazione sindacale, guidata da Nino Marino e composta da Gaetano Corbino, Maria Cristina Gullotto, Fortunato Maio, Giuseppe Musca, Nino Lombardo, Salvatore Pinzone, Roberto Prestigiacomo e Alessandro Salomone con il tesoriere Andrea Cavallaro, ha ribadito la necessità del dialogo con le imprese. “Siamo sempre pronti a confrontarci per avviare un percorso virtuoso che vada al di là e al di sopra dell'attività di repressione, pure necessaria. Le aziende sane vanno tutelate dalla concorrenza sleale di chi sfrutta il bisogno e la disperazione dei braccianti, complessivamente 10 mila raccoglitori impegnati nella campagna agrumicola nelle nostre due province. Sono 10 mila donne e uomini spesso sottopagati rispetto ai salari contrattuali che imporrebbero una paga giornaliera di 71 euro, mentre nel migliore dei casi ne vengono corrisposti 50”. “Vogliamo costruire – dichiara il segretario generale Uila – un sistema di manodopera alternativo a quello offerto dai caporali. È l’antidoto più potente contro un veleno che uccide l’agricoltura ma chiediamo ancora una volta la collaborazione di istituzioni politiche e associazioni imprenditoriali”. Nino Marino e la Segreteria Uila Catania-Messina concludono: “La Regione vari, finalmente, la legge di supporto alla normativa nazionale anticaporalato esaltando la rete del lavoro agricolo di qualità etica. Cia, Coldiretti e Confagricoltura rispondano invece alla nostra richiesta di rinnovo dei contratti provinciali agricoli, in cui rivendichiamo regole contro lo sfruttamento. Crediamo nella bilateralità e nella collaborazione sindacati-aziende per dire basta, fra l’altro, alla vergogna dei furgoni gestiti dai caporali a cui i braccianti devono lasciare parte del loro misero salario come pedaggio di trasporto”.