Il dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania e il Parco archeologico di Catania e della Valle delle Aci insieme per un accordo di collaborazione finalizzato alla promozione dei beni archeologici del territorio catanese. E’ stato sottoscritto da Loredana Cardullo, direttrice del Disfor, e dalla direttrice del Parco archeologico di Catania Gioconda Lamagna e istituzionalizza un’attività già avviata da anni, in particolare con il corso di laurea in Scienze del Turismo, presieduto da Donatella Privitera. «Già dal 2012 - spiega Eleonora Pappalardo, docente di Archeologica classica e responsabile scientifica della convenzione - il corso di laurea in Scienze del turismo ha avviato un’attività costante di promozione e valorizzazione dei beni archeologici cittadini, in piena sinergia col Parco Archeologico, col fine di comunicare il territorio attraverso documentari professionali, realizzati grazie alla collaborazione costante con Zammù TV, la web tv dell’Università di Catania». «Il nuovo accordo estende la collaborazione a nuove opportunità che mettono al centro sia la comunicazione dei beni territoriali, sia la formazione degli studenti, ai quali il Parco Archeologico apre le porte per svolgere attività di tirocinio e formazione proprio nell’importane ambito della promozione turistica», spiega Lamagna, direttrice del Parco Archeologico. Spetterà a loro, quindi, occuparsi di curare le pagine social del Parco, ne promuoveranno le iniziative, e contribuiranno ad implementare la fruizione dei monumenti. L’accordo siglato col Parco si aggiunge a quelli già operativi con l’Assessorato regionale al Turismo e col Comune di Catania, chiudendo il cerchio di un vero e proprio 'Sistema Turismo' che mette al centro le risorse del nostro territorio, nella logica di una politica pianificata di promozione turistica e di una vera e propria valorizzazione strategica in cui i giovani abbiano un ruolo determinante. «La Sicilia è una regione particolarmente ricca di risorse, un territorio composito e complesso, potenzialmente capace di generare autonomamente domanda. Ma questo non basta - aggiunge Pappalardo - il territorio va trasformato da luogo in destinazione che miri a sviluppare un atteggiamento consapevolmente attivo rispetto alla domanda, attraverso l’adozione di strategie che puntino a implementare la rete tra stakeholder e risorse. Catania, ma, in generale, la Sicilia, deve essere in grado di reagire in modo proattivo alla domanda, mettendo in atto quel progetto strategico che consenta la migliore interazione tra i fattori di attrattiva e gli attori principali».