“È ora che la Regione Siciliana faccia la sua parte assicurando somme sufficienti per il passaggio da casa a casa per chi subisce uno sfratto per morosità incolpevole”.
Chiedono attenzione e risorse per chi non riesce più a pagare gli affitti i rappresentanti di SUNIA SICET UNIAT UNIONE INQUILINI, CGIL CISL UIL che stamattina hanno indetto un presidio provinciale unitario in Piazza Stesicoro a Catania per “affrontare la sofferenza abitativa e dire no agli sfratti, sì alle case”.
Si aspettano anche che la Regione solleciti, di concerto con le Prefetture, l’istituzione delle “Commissioni provinciali per la mediazione tra inquilini e proprietari” ma anche uno stanziamento annuale continuo e costante di almeno il 2% dei rispettivi bilanci finanziaria regionale e nei bilanci degli Enti locali da destinare al disagio abitativo.
Per le sigle provinciali che hanno inscenato la protesta - ma le stesse sigle a livello regionale hanno organizzato anche un’iniziativa regionale a Palermo-
si potrebbe trovare una soluzione immediata all’emergenza “figlia delle troppe crisi che si sono moltiplicate in questi ultimi 15 anni a livello locale e provinciale” nell’utilizzo del patrimonio immobiliare confiscato alla mafia per offrire soluzioni all’emergenza.
Un altro passaggio necessario sarebbe poi il censimento dei beni immobili dismessi o non utilizzati di proprietà degli Enti pubblici per destinarli alle finalità abitative, l’attivazione a livello comunale (o sovracomunale) delle Agenzie Sociali per l’Abitare, che fungano da supporto per chi si trova in condizioni di difficoltà abitativa e che abbiano una funzione di coordinamento dei programmi e delle risorse del nuovo welfare abitativo.
Per SUNIA SICET UNIAT UNIONE INQUILINI, CGIL CISL UIL sarebbe anche necessario ridisegnare l’impianto normativo dell’edilizia residenziale pubblica e sociale, identificando nuove risposte ai nuovi bisogni sociali purtroppo sempre più drammatici.
In Sicilia si prevedono dai 15 mila ai 20 mila sfratti a breve termine per “morosità incolpevole”. Se a questo aggiungiamo le circa 30 mila famiglie in attesa dell’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica e i 10.000 invisibili, il quadro della sofferenza è completo.
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