L’assemblea elettiva congressuale della Cia Sicilia Orientale ha eletto il nuovo presidente Francesco Favata, che assumerà il mandato per i prossimi 4 anni, raccogliendo il testimone passato da Giuseppe Di Silvestro. A presiedere i lavori è stato il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. «Un grosso ringraziamento – ha commentato il neo presidente – va a tutti gli associati che mi hanno scelto. Sono entrato nel mondo Cia 15 anni fa, sono cresciuto imparando a conoscere il complesso mondo agrumicolo, stando al fianco degli agricoltori, lottando con loro per le legittime rivendicazioni. Questo è ciò che voglio continuare a fare nel mio nuovo ruolo, che assumo con passione e grande senso di responsabilità». Per Favata quello attuale «è un momento difficile da affrontare. Incontrerò i sindaci del comprensorio etneo - ha promesso - per organizzare con loro un’azione condivisa, dura ma necessaria, per sollecitare il governo nazionale a frenare i rincari che stanno attanagliando tutto il sistema produttivo. Chiediamo subito l’abbassamento delle accise, si può fare, e continueremo su altri temi, quali la revisione del catasto agrumicolo e l’ammodernamento delle infrastrutture agricole. Naturalmente torneremo a discutere della Pac e degli interventi a sostegno del reddito degli agricoltori». Favata succede a Di Silvestro, rimasto alla guida di Cia Sicilia Orientale per 8 anni. «Sono stati anni difficilissimi – ha detto Di Silvestro nella sua relazione – nei quali il nostro territorio è stato colpito da nubifragi e siccità. Siamo stati capaci di porgerci come diretti interlocutori con la politica, chiedendo interventi infrastrutturali, richiamando a precise responsabilità. Dall’agrumicoltura al florovivaismo, siamo stati capaci di creare sinergie ed essere rappresentativi di un'intera categoria. Abbiamo stretto collaborazioni anche con il mondo della ricerca e dell’Università. Lascio un gruppo di lavoro moderno e innovativo. Ringrazio quanti sono stati al mio fianco in questi lunghi anni, lavorando per lo sviluppo della nostra Sicilia, da consegnare alle nuove generazioni». Al centro della giornata congressuale i temi più attuali per il settore: lo sviluppo sostenibile, l’innovazione che guardi al legame con il territorio, le filiere, i temi internazionali. «Siamo precipitati in una situazione molto critica – ha detto il presidente Scanavino –. Oggi la guerra ha definitivamente sconquassato tutto il sistema agricolo. Sono raddoppiati i costi del gasolio agricolo, dei mangimi, dei materiali di produzione. Abbiamo posto questi problemi al governo nazionale, chiedendo liquidità per le imprese, una moratoria sui mutui, interventi sulle accise che incidono sul 40 per cento del costo del gasolio, un sistema di credito d’imposta che venga incontro ai produttori. Inoltre, è necessario dare garanzie per il futuro. Oggi sono raddoppiati i prezzi di grano tenero e mais, servono politiche agricole che rimettano al centro la questione dell’autosufficienza alimentare, che incentivino le produzioni. Vale per l’ortofrutta, vale per la cerealicoltura, vale per tutto».