
StMicroelectronics, la multinazionale italo-francese leader mondiale dei semiconduttori, ridisegna la sua struttura produttiva per i prossimi tre anni, e rivede le dimensioni della forza lavoro. Risultato: 2.800 uscite volontarie in tutto il mondo, principalmente nel 2026 e nel 2027, numero che salirà con il turnover naturale.
L’annuncio, dato mentre era in corso a Roma il tavolo fra azienda, governo e sindacati, non dovrebbe però avere impatti sull'Italia dove, al termine del confronto, sono stati confermati gli investimenti e il fatto che nessun sito produttivo sarà chiuso.
Delle notizie ha risentito anche il titolo in borsa che, dopo aver toccato il 9% guadagnando cinicamente sui 'risparmì da personale, ha poi chiuso a +1,4%, decisamente sotto l’andamento frizzante di Piazza Affari che invece ha terminato la giornata al 4.73%.
Di certo, nonostante le notizie positive in arrivo dal tavolo al Ministero delle Imprese, non si sono attutiti gli attriti tra il governo italiano e il ceo francese dopo la bocciatura della nomina nel Cda del direttore generale del dipartimento economia del Mef, Marcello Sala. «Sappiamo che vi sono stati degli errori sui prodotti da sviluppare, forse dovuti anche agli evidenti squilibri nella governance, ma noi siamo per confrontarci e determinare il piano Italia di Stm, riportando il nostro Paese al centro dello sviluppo industriale di una multinazionale a controllo pubblico, che è nata in Italia, nella mia Sicilia, ed è diventata poi una grande multinazionale europea che condividiamo con la Francia in una logica di mercato», ha detto, Urso, aprendo al Mimit il tavolo.
Al termine i timori sui siti italiani sembrano rientrati. StMicroelectronics - secondo un comunicato del Mimit - «procederà a un riequilibrio sostanziale degli investimenti tra Italia e Francia, recuperando lo svantaggio degli scorsi anni subito dall’Italia».
StMicroelectronics ha ribadito l'intenzione di destinare nel primo triennio 2025-2027 la maggior parte degli investimenti in Italia, sia in termini complessivi - 4 miliardi su un totale di 6,5 miliardi a livello europeo - sia per singolo stabilimento, con 2,6 miliardi destinati al sito di Catania.
Nello specifico, lo stabilimento siciliano è destinato a diventare, grazie a un «consistente supporto pubblico», il polo più significativo in Europa per la produzione di carburo di silicio da 200 millimetri con ciclo verticale integrato. È infatti previsto un investimento da parte di StMicroelectronics di 5 miliardi di euro entro il 2032, di
cui 2 miliardi in risorse pubbliche autorizzate dalla Commissione europea. La restante parte degli investimenti previsti sarà rivolta al sito di Agrate, con l’obiettivo, nel medio termine, «di incrementare la produzione dei nuovi wafer da 300 mm da 4.000 a settimana, per arrivare a 8.500 nel medio termine e fino a un massimo di 14.000 wpw entro il 2030» ma solo se lo richiederà il mercato. Nel comunicato dell’azienda, non si parla di cifre di investimenti ma di «rafforzare» nei prossimi tre anni «la presenza produttiva in Francia intorno alle tecnologie digitali, in Italia intorno alle tecnologie analogiche e di potenza e a Singapore sulle tecnologie mature».
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