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Aci Castello, la guerra della tassa di soggiorno

Consistente rialzo delle tariffe votato in Consiglio comunale. Protestano i proprietari di «Baia Verde» e «Sheraton». Il sindaco Drago replica: «Scelta bipartisan»

ACI CASTELLO. «Cecità, un esempio di cecità». Ornella Laneri, presidente regionale di Confindustria Alberghi, dal suo ufficio allo «Sheraton» randella sindaco, amministrazione, Consiglio comunale di AciCastello che ieri hanno decisamente ritoccato la tassa soggiorno: da un euro a due euro 50 in alta stagione — dal primo aprile al 30 ottobre — negli alberghi ”pluristellati”, come il «Baia Verde» e appunto lo «Sheraton». Anche l’ex assessore regionale Nico Torrisi, leader di Federalberghi Sicilia e proprietario del «Baia», picchia duro sottolineando «l’enormità di questo rincaro, che è del 150 per cento!».

Para i colpi Filippo Drago, primo cittadino castellese: «La legge stabilisce compiti e funzioni. Per il regolamento sulla tassa soggiorno, la competenza non è del sindaco ma del Consiglio che nel nostro caso ha votato bipartisan, maggioranza e opposizione, una proposta fatta dalla commissione. Non da me. Anzi, io avevo suggerito un emendamento per la riduzione delle nuove tariffe ma è stato bocciato». E ancora: «Il nuovo regolamento istituisce una commissione tecnica, composta pure dagli albergatori, che deciderà sulla destinazione di questi introiti. Esiste, peraltro, un piano ben preciso che fra l’altro prevede la creazione dell’ecomuseo, il biglietto unico dei siti museali, la promozione di eventi per la destagionalizzazione turistica».

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