Catania

Venerdì 22 Novembre 2024

Misterbianco e i costi della politica, il sindaco: la legge va cambiata

MISTERBIANCO. Consiglieri comunali con il dono dell’ubiquità. Commissioni consiliari che fruttano il massimo possibile dei guadagni consentiti per legge. E spese «pazze» sostenute dall’amministrazione comunale. È dura la presa di posizione del Movimento Cinque Stelle che tramite il deputato all’Ars Francesco Cappello denuncia una nuova «gettonopoli», dopo quella del comune di Agrigento, anche nel Comune in provincia di Catania. «A Misterbianco - dice il deputato regionale Francesco Cappello - ad agosto del 2013 sono stati spesi 38 mila euro, per un totale nell'anno di circa 400 mila euro, una cifra spropositata per un Comune come quello. I consiglieri in pratica si sono riuniti in maniera tale da totalizzare il massimo possibile dei guadagni». Secondo il rappresentante dei Cinque Stelle spulciando tra le carte del comune del Catanese sarebbero balzate agli occhi parecchie cose anomale. «Abbiamo notato - dice Cappello - casi di consiglieri col dono dell’ubiquità, presenti contemporaneamente in commissioni diverse e verbali firmati da presidenti che risultavano assenti. Salta agli occhi pure la durata della commissioni, alcune delle quali non superano l'ora». Secondo quanto riscontrato da M5S, sono curiosi i verbali di alcune sedute (VI commissione), passate a leggere il regolamento dell'assistenza economica, salvo poi scoprire, in successive sedute, che quel regolamento era scaduto. «È evidente - dice Cappello - che qualcosa non quadra. Per questo abbiamo mandato tutto alla magistratura ordinaria e contabile, cui demandiamo ulteriori accertamenti». Al Movimento Cinque Stelle ha risposto il sindaco di Misterbianco, Nino Di Guardo che è anche un ex deputato regionale del Partito democratico. «Ogni mese si spende grossomodo questa cifra per le commissioni consiliari – dice il primo cittadino – io nei giorni scorsi, da amministratore, ho sollevato un problema che non riguarda solo Misterbianco, ma tutta la Sicilia. E modestamente ho indicato quali sono le soluzioni possibili. Quello che servirebbe è un gettone fisso, un’indennità di presenza fissa per i consiglieri, che a mio avviso non può superare 1/5 dell’indennità del sindaco. È in questo modo che i consiglieri partecipano alle commissioni se vogliono o non vogliono farlo, ma sanno che gli tocca un’indennità che è sempre la stessa. È chiaro che non partecipare alle sedute di consiglio vuol dire decurtare una piccola parte del compenso, senza ricevere ulteriori compensi per le commissioni. Questa è la soluzione del problema». Sui consiglieri «con il dono dell’ubiquità» il sindaco Di Guardo non usa mezzi termini: «Io non faccio né il controllore, né la spia. Io svolgo il ruolo di sindaco, posso dire con certezza che con questa legge e con i gettoni di presenza si degrada il ruolo della democrazia e si avvilisce il ruolo del consigliere comunale ed è per questo che mi sono rivolto all’Assemblea regionale che sta trattando la questione per fare sì che la legge nazionale venga recepita, con la riduzione del 20% dei consiglieri e della giunta. Con il gettone di presenza – ribadisce Di Guardo – si incentiva una politica che non corrisponde alla vita democratica di un Comune. Si fanno riunioni solo per i gettoni ed è questo che non va bene. C’è massimo rispetto per il ruolo dei consiglieri, ma non bisogna abusare, né avere atteggiamenti ambigui».(*FAR*)

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