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Catania, l'appello dell'imam: "Realizziamo un cimitero islamico"

CATANIA. "Dagli anni Ottanta, ormai, chiediamo un'area nel Cimitero di Catania che consenta di seppellire i nostri morti secondo le prescrizioni della religione islamica. Tante promesse, ma il problema resta irrisolto. Perché noi non abbiamo peso politico!". Dall'imam della moschea di via Ventimiglia, Abu Touq Mufid, un appello che è anche una denuncia: "In tutta la Sicilia - afferma - siamo 70 mila, ma non esiste uno spazio cimiteriale per i defunti musulmani, separato dagli altri. Ne esiste uno, invece, a Reggio Calabria. Noi abbiamo portato lì qualche salma, ma poi ci hanno detto che non avrebbe potuto accogliere tutti, che era stata pensata solo per i residenti di quella provincia". Continua Abu Touq Mufid: "Quando è possibile, spediamo la salma in patria. Spesso lo facciamo autotassandoci, perché solo alcuni Paesi intervengono con i propri consolati. Molte volte, però, è necessario procedere qui alla sepoltura. E allora la questione si ripropone. Una disponibilità ci era stata offerta dall'assessore Antonio Di Grado (componente della giunta Bianco negli anni Novanta, ndr), ma nell'area destinata alle sepolture comuni. Non poteva, quindi, andare bene".  Proprio oggi, l'argomento sarà all'ordine del giorno della commissione consiliare Lavori pubblici presieduta da Niccolò Notarbartolo, che spiega: "Nella nostra città esiste questo problema non solo per gli islamici, ma per tutti i fedeli di religioni non cattoliche che hanno più volte sollecitato una soluzione. Sono soprattutto gli immigrati a domandarcelo. Ecco perché, oltre al direttore del Cimitero, abbiamo invitato alla nostra riunione pure il consigliere aggiunto (Eranga Warnakulasuriya Thissera, originario dello Sri Lanka e rappresentante degli extracomunitari, ndr)". Dare risposta a questa richiesta era stato un impegno confermato il 28 maggio dal sindaco Enzo Bianco in occasione dei funerali multireligiosi per i diciassette migranti morti nel naufragio di un "barcone della disperazione" tra Libia e Lampedusa.

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