CATANIA. «Nessun artificioso pareggio di bilancio». Il Comune di Catania replica così a Riscossione Sicilia, secondo cui «da accertamenti compiuti è emerso» che Palazzo degli Elefanti «mantiene iscritti a ruolo circa 25 mila cittadini ancorchè deceduti». In una nota il Comune etneo parla di «notizie tendenziose». «Fin dal 2012 il Comune di Catania - continua la nota - non si serve più di Riscossione Sicilia a causa della sua scarsa capacità riscuotere i tributi». Peraltro «molte cartelle risultavano inesigibili e già nel 2011 l'allora ragioniere generale Giorgio Santonocito chiese formalmente di conoscere le ragioni di questa inesigibilità. Ma il Comune, da allora, non ha ricevuto alcuna risposta. Inoltre, nonostante da tre anni non si occupi di riscuotere i tributi per il Comune di Catania, Riscossione Sicilia ha ancora in carico un portafoglio di cartelle esattoriali risalenti a prima del 2010 e che ammontano a ben 300 milioni di euro. Non è escluso che tra questi, tantissimi, debitori ce ne siano diversi ormai passati a miglior vita. Ma su questo non abbiamo notizie, perchè, nonostante le sollecitazioni del Comune, l'ultima delle quali del 2014, l'Ente di riscossione non ha ancora dato prova di avere eseguito correttamente le proprie attività su questo portafoglio di cartelle esattoriali» e «con una nota del 16 aprile dello scorso anno firmata dal ragioniere generale Ettore De Salvo il Comune di Catania lo ha messo in mora annunciato che avvierà nei confronti di Riscossione Sicilia 'tutte le iniziative legali per i danni erariali subitì».