Catania, il sindaco vieta il bivacco e le associazioni insorgono: "Ordinanza inammissibile"
«Crediamo che sia profondamente sbagliato e inutile affrontare il grave disagio sociale che vive una parte di cittadini esclusivamente come problema di ordine pubblico o di decoro urbano. O, addirittura, criminalizzare l'atteggiamento di chi consuma delle bevande senza essere seduto al tavolino di un locale, come se la stessa Movida notturna diventasse un avversario del decoro urbano». Lo affermano in una nota le associazioni Catania Bene Comune ed Officina Rebelde, dicendo «No all’ordinanza contro i senzatetto del sindaco di Catania» della quale chiede la revoca insieme con «l'avvio di azioni volte alla creazione di un dormitorio comunale, al rafforzamento dei servizi sociali, all’aumento dei bagni pubblici e a un controllo del territorio che tuteli i soggetti più vulnerabili e privi di risorse economiche». L’associazione invita «tutte e tutti ad una assemblea - bivacco nella quale discutere della Catania aperta alle diversità che vogliamo» in programma lunedì prossimo alle 20 in Via Crociferi, all’angolo della scalinata Alessi. "Catania - scrive l’associazione - è una città che negli ultimi anni ha visto aggravarsi le situazioni di povertà assoluta, con la crescita del disagio sociale ed economico. Sono tante le associazioni e i gruppi di cittadini, i centri sociali che hanno tentato di dare sostegno e aiuto alla popolazione più vulnerabile, in particolare alle persone senza casa costrette a vivere in giacigli di fortuna». «Catania non è solo la città del turismo o degli esercenti commerciali - conclude Catania bene Comune - e non saranno le sanzioni amministrative a chi è nulla tenente o gli allontanamenti dal centro delle persone senza fissa dimora a rendere la città più sicura o a migliorare le condizioni di chi vive in assoluta povertà e solitudine». Critiche all'ordinanza anche da parte dell'Unione degli studenti Sicilia: «Le problematiche sociali non si risolvono con la repressione ma richiedono investimenti politici e azioni reali di mutualismo e di recupero sociale: occorre combattere e decostruire la povertà in sé e non le sue conseguenze». «Riteniamo inammissibile - afferma l’Unione - una misura di questo tipo, fortemente classista e securitaria, nonché funzionale solamente ad acuire il divario economico-sociale tra i soggetti maggiormente benestanti e quelli più poveri, approvata perché, secondo il primo cittadino catanese, causerebbero «un senso di disagio diffuso tra la popolazione e i turisti, determinando un senso di degrado e precarietà delle condizioni igienico sanitarie».