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Csm, giudice di Siracusa candidata per sorteggio: "Fuori dalle correnti perderò"

Monica Marchionni

Assicura di non aver mai presentato domanda per la nomina del Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Catania, pur avendone i titoli, perchè non appartiene ad alcuna corrente della magistratura, ma Monica Marchionni, 55 anni, originaria di Bologna, magistrato di sorveglianza di Siracusa, parteciperà alle elezioni del Csm in programma il 18 ed il 19 settembre anche se la sua candidatura non sarà sostenuta da alcuna fazione.

Il suo nome è stato estratto a sorte tra tantissimi magistrati appartenenti al collegio comprendente Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata, in forza della legge Cartabia per il rispetto della parità di genere nelle candidature. Il giudice Marchionni ritiene, però, di avere pochissime possibilità di essere eletta, dovendosi scontrare con le macchine elettorali delle correnti. «Io sono una indipendente, sono stata - dice Monica Marchionni - sempre lontana dalle correnti. La mia candidatura parte, però, con un handicap: la campagna elettorale per me è iniziata ad agosto; gli altri, in particolare quelli candidati dalle correnti, hanno avuto diversi mesi di tempo per prepararsi. E poi c’è un altro ostacolo per i sorteggiati indipendenti: se non siamo dentro le correnti, che sono strutturate, come possiamo organizzare la campagna elettorale? Come facciamo ad avere i numeri di telefono dei colleghi per promuovere la nostra candidatura? Insomma, non abbiamo mezzi a nostra disposizione». Il giudice indipendente ritiene determinante, per sanare le ferite della magistratura inferte dal cosiddetto metodo Palamara, che sia esteso il sorteggio in modo integrale. «Se al posto mio fosse stato sorteggiato - aggiunge il giudice Marchionni - il nome di una persona già dentro una corrente avrebbe avuto tutto il sostegno necessario. Questo strumento, che nasce per garantire la parità di genere, dal mio punto di vista contiene un principio molto importante, al punto che se si estendesse totalmente il sorteggio a tutte le candidature allora sì che sarebbe garantita l’indipendenza e la democrazia: è un metodo semplice ed efficace che spazza via le correnti». «Ho rinunciato a presentare domanda per la nomina del Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Catania - conclude il giudice di Siracusa - nonostante la pluriennale esperienza e sapendo di non avere alcuna concreta probabilità di esito favorevole per la mancanza di qualsiasi referente».

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