Una programmazione condivisa. Un’integrazione sempre più stretta tra sanità pubblica e privata per offrire risposte efficaci e tempestive ai bisogni dei cittadini. In una lettera inviata al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e all’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo, Confindustria Catania chiede di rafforzare la sinergia nell’ambito dell’assistenza sanitaria di emergenza. «Diventa sempre più pressante - scrivono nella nota il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco e il presidente della sezione Servizi Sanitari dell’associazione Emilio Castorina - la necessità di dare risposte alle criticità che colpiscono in generale l’assistenza sanitaria dove emerge con particolare drammaticità il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso». «Da anni - prosegue la nota - esistono precisi protocolli che definiscono le modalità di trasferimento presso strutture private accreditate dei pazienti che devono accedere a cure d’emergenza. Ma una rigida politica dei tetti di spesa sta frenando questa fondamentale attività di supporto alla rete ospedaliera pubblica in quanto l’eventuale assistenza garantita dai privati non può essere remunerata qualora si superi il budget assegnato». «Per questo - rilevano Biriaco e Castorina - oltre ai protocolli che consentono giornalmente ai medici dei pronto soccorso di poter trasferire i pazienti alle case di cura al fine di garantire le prestazioni irrinunciabili di cui necessitano, occorre prevedere che le stesse possano essere remunerate anche oltre i tetti di spesa previsti». Per l’anno in corso - secondo l’associazione - risulterebbe congruo lo stanziamento di un plafond aggiuntivo pari al 5% di quello già disponibile da destinare esclusivamente al settore emergenze. «Un passo questo, insieme ad una puntuale programmazione condivisa anche per i prossimi anni - conclude la nota - che consentirebbe di attenuare il sovraffollamento dei Pronto Soccorso, contribuendo a disinnescare quegli esecrabili episodi di violenza prodotti dall’esasperazione degli utenti a scapito di incolpevoli operatori sanitari».