«La mia cultura mi porta ad essere una persona che guarda più all’interlocuzione e non a dire è mio perché sono il primo partito. Io non escludo che il candidato sindaco di Catania possa essere espressione di Fratelli d’Italia. Aspettiamo ancora il nome. Mi auguro che arrivi al più presto in maniera tale che la coalizione possa discutere su nomi ma anche su progetti, come rivendicato giorni fa da Raffaele Lombardo, che ha sottolineato come sia giusto parlare di programma per la città».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani rispondendo ai giornalisti a Catania in merito alle frizioni interne al centrodestra in vista delle elezioni amministrative catanesi di fine maggio.
Ad una domanda sul rischio per il centrodestra di una "Verona bis", in cui la coalizione, andando divisa, perse le elezioni, Schifani ha risposto: «Se ci si ferma tutti un attimo e si ragiona serenamente, penso che ci siano tutti i margini per evitarlo. È evidente, infatti, che quando il centrodestra è diviso, perde al ballottaggio. Se qualcuno vuole prendersi la responsabilità di far perdere la città di Catania al centrodestra, io farò di tutto per evitarlo».
«Vorrei dimenticare cosa è successo - ha anche detto Schifani a un meeting di Forza Italia in vista delle comunali del maggio prossimo a Catania - anche perché il nuovo commissario regionale della Lega ha chiarito che quella di Sudano era una proposta di candidatura, quindi ha ridimensionato questa iniziativa dei cartelloni pubblicitari».
«Noi dobbiamo guardare avanti - ha aggiunto - con serenità e con calma per potere ricondurre tutti allo stesso tavolo e fare in modo che si eviti una divisione che gli elettori di centrodestra non meritano». «Attendiamo il candidato di Fratelli d’Italia - ha ribadito Schifani - e poi occorre discutere all’interno della coalizione come si è fatto anche per Palermo, dove si è fatto un grande lavoro, dove c'è stata la convergenza su un ottimo candidato, che si sta dimostrando un ottimo sindaco. Non escludo che per una città metropolitana come Catania, all’altezza di Palermo, forse con un Pil maggiore, nel pericolo di una eventuale rottura, possano essere i leader a trattare definitivamente questa soluzione. Non lo posso escludere ma non la do per attuale perché attualmente la responsabilità deve essere dei partiti a livello regionale». «Io penso - ha concluso Schifani - che si debba individuare la migliore figura di buon amministratore, almeno potenziale, poi i fatti confermerebbero o meno. Io guardo più a questa esigenza, ad una figura che dimostri di avere capacità di buona amministrazione. Amministrare una città come Catania, Palermo, Milano, non è una esperienza semplice. Occorre avere buon senso, capacità relazionale e conoscenza delle norme amministrative e dei regolamenti».
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