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La Commissione Elettorale ammette il simbolo delle liste Dc di Totò Cuffaro

Salvatore Cuffaro

La Commissione Elettorale presieduta dal vice prefetto Rosaria Giuffrè, deputata alla prima valutazione sulla regolarità delle liste e candidature presentate, ha ritirato, con delibera numero 3 e 4 dell’8 Maggio 2023, la ricusazione del simbolo delle liste presentate per i comuni di Acireale ed Aci Sant'Antonio dalla «nuova» Democrazia Cristiana fondata dall’ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro. «Le delibere, de facto - si legge nella nota - riconoscono in toto la piena titolarità, nonché il pieno diritto di utilizzo, sia del simbolo che della dicitura Democrazia Cristiana al partito già presente, con proprio gruppo parlamentare, all’Assemblea regionale siciliana».

La notizia arriva all’indomani della polemica fra Cuffaro e Gianfranco Rotondi. Quest’ultimo, nel fare gli «auguri a Totò Cuffaro per il ritorno sulla scena nazionale», aveva detto che «la sua iniziativa usurpa un nome - quello della Dc - già presente e a buon diritto nella competizione politica». E aveva annunciato un ricorso ai giudici. Cuffaro, commissario regionale della Dc in Sicilia e ieri eletto segretario nazionale, aveva replicato seccamente, giudicando «sconsiderata» l’affermazione di Rotondi sulla presunta usurpazione del nome. «Ho soltanto dato voce - aveva risposto Cuffaro - a chi ha capacità di rappresentanza, ai tanti siciliani che hanno votato finalmente una Dc presente nella scheda elettorale, cosa che fino ad adesso è accaduta solo in Sicilia. Credo che le contese politiche si debbano risolvere politicamente e, proprio da Rotondi, mai mi sarei aspettato che, per ridare fiato e valenza politica alla Dc, volesse utilizzare un tribunale. Credo e spero che voglia ragionare di politica piuttosto che andare in un tribunale».

Successivamente si è aperto un altro fronte di polemica. «L'adunanza di oggi organizzata a Roma da Cuffaro e dai suoi sodali - aveva detto ieri pomeriggio Fabio Desideri, portavoce e coordinatore politico nazionale della Democrazia Cristiana - finirà come sono finite le sue liste ricusate in Sicilia (naturalmente non era al corrente della decisione presa oggi dalla Commissione Elettorale, ndr). Nelle prossime ore gli atti della riunione fatta quest’oggi a Roma, dai sodali di Cuffaro, saranno impugnati già domani nelle sedi competenti. La cosa certa è che né Cuffaro, né i suoi sodali, rappresentano in alcun modo la Democrazia Cristiana». E anciora: «Cuffaro fa finta di non capire che gli organismi giurisdizionali italiani hanno emesso sentenze le quali, fino a prova del contrario, tutti gli italiani - tranne forse l’ex senatore della repubblica italiana - rispettano ed osservano. Proprio questo concetto esporremo negli atti e nelle azioni in sede legale e civile che domani inizieremo a depositare nelle sedi opportune».

E anche stavolta Cuffaro ha replicato prontamente: «Desideri rimanga con il suo desiderio di poter rappresentare la Dc, tranne la sua fantomatica Dc. Noi, gente normale, siamo soliti risolvere contenziosi politici ragionando e riflettendo, ma questo lo facciamo con chi ha possibilità di ragionare e riflettere. Immagino, da come scrive, che non abbia neanche la facoltà di capire cosa significa sodale. Si è messo d’accordo con il suo amico Rotondi su chi prima dovrà portarci in tribunale?».

Sul congresso di Roma è intervenuto oggi il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace. «Siamo orgogliosi - dice - per la grande partecipazione al XX Congresso nazionale della Dc e soprattutto per l’elezione a segretario politico nazionale di Totò Cuffaro. È stato in grado di rifondare la Democrazia Cristiana in tutto il territorio regionale, adesso cercherà, insieme all’aiuto di tutti, di realizzare un altro sogno: rilanciare il partito a livello nazionale».

«La nostra speranza è che la Dc - aggiunge Pace -, partito dei valori che pone al centro del suo progetto gente giovane e donne, possa radicarsi in tutta la nazione. Ci attende un lavoro lungo, tortuoso e faticoso ma l’apporto di Totò Cuffaro sarà fondamentale per la crescita e il radicamento della Dc in Italia. Un partito aperto, che garantisca diritti, giustizia e che sia protagonista non solo in politica ma anche nella società».

 

 

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