Pnrr, personale e bilancio sono i temi affrontati nella prima trasferta, ancora non istituzionale, a Roma per il neo-sindaco di Catania Enrico Trantino. La sede è quella dell’Associazione nazionale comuni italiani, gli interlocutori sono i vertici tecnici con i quali riuscire a trovare la formula magica per interrompere un circolo vizioso che limita la funzionalità e la capacità di riscuotere risorse da parte della «macchina Comune», dovuta principalmente ad un organico ridosso all’osso e di età media molto alta. Non c’è stato ricambio generazionale e il dissesto proclamato dalla Corte dei Conti all’indomani dell’insediamento di Salvo Pogliese ha posto vincoli asfissianti. Trantino, insomma, si è subito rimboccato le maniche per affrontare le prime emergenze della città, che proviene da un quinquennio particolarmente difficile, contraddistinto anche dalla mancanza di continuità amministrativa, in seguito alla doppia sospensione di Salvo Pogliese, e anche alla sostituzione in corsa del commissario, con Piero Mattei subentrato a Federico Portoghese. Non vuole perdere tempo prezioso il sindaco che a giorni sarà ufficialmente proclamato dall’ufficio elettorale centrale presso la Corte d’Appello di Catania, mentre è stato già concordato che l’insediamento ufficiale a Palazzo degli Elefanti avverrà lunedì pomeriggio, 5 giugno. Forza i tempi Trantino, da esperto maratoneta, come sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), tanto da convocare i dirigenti del Comune. A Roma, invece, visita di cortesia al presidente del Senato, Ignazio La Russa, che del neo sindaco è stato il principale sponsor politico. Proprio il senatore di origini paternesi ha tirato fuori dal cilindro il nome giusto da suggerire a Giorgia Meloni, che lo ha proposto agli alleati, chiudendo auto-candidature, più o meno velleitarie. E poi l’agenda politica prevede anche lavori in corso per la formazione della giunta, che dovrà tenere conto degli equilibri scaturiti dall’esito del voto. Cinque i nomi indicati al momento della presentazione della candidatura: Sergio Parisi di Fratelli d’Italia, l’autonomista Alessandro Porto e il leghista Andrea Guzzardi, mentre il forzista Marcello Caruso e il democristiano Alessandro Chisari dovrebbero passare il testimone.