È tornato in libertà Giuseppe Pippo Arcidiacono, 65 anni, dirigente medico dell’azienda ospedaliera Garibaldi di Catania, ed ex esponente di Fratelli d’Italia, candidato a sindaco ma poi ritiratosi, che era agli arresti domiciliari dal 29 aprile scorso nell’ambito di un’inchiesta della Procura sulla sanità. Lo ha disposto il gip Carlo Cannella che ha accolto le richieste del suo collegio di difesa, composto dagli avvocati Vincenzo Mellia, Giampiero Torrisi e Salvatore Di Dio, e contro il parere negativo del pm.
Il giudice per le indagini preliminari, si legge nel provvedimento, ha preso in considerazione nella sua valutazione le dimissioni di Arcidiacono da direttore dell’Unità operativa dipartimentale di Riabilitazione cardiologica e da dirigente sanitario e da iscritto al partito di Fratelli d’Italia. Il gip ha valutato anche la restituzione delle somme percepite dalla figlia a titolo di retribuzione da lei svolte e il comportamento processuale tenuto dall’indagato. Per questi motivi, ha ritenuto il giudice, le esigenze cautelari sono venute meno e va accolta la richiesta di revoca della misura cautelare in atto.
Al centro delle indagini dei carabinieri incarichi nell’ambito di progetti finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione Siciliana attribuiti a predestinati o a congiunti attraverso bandi predisposti ad hoc ed esami pilotati nel concorso per la nomina a direttore amministrativo dell’Ordine dei medici di Catania. La Procura, lo scorso luglio, ha chiesto il rinvio a giudizio di 16 delle persone coinvolte nell’inchiesta. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 7 settembre. Tra loro gli ex assessori della Regione Siciliana della Salute, Ruggero Razza, e del Lavoro, Antonio Scavone, l’ex presidente dell’ordine dei medici di Catania, Ignazio Igo La Mantia e Giuseppe Arcidiacono
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