A Catania il giallo del video con il giudice Apostolico, Molteni: «Il carabiniere ha ritrattato»
Nuova richiesta di convalida del trattenimento di 4 tunisini e nuovo no di Iolanda Apostolico, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Catania. La stessa decisione, domenica, è stata presa dal collega Rosario Cupri per altre 6 persone. Salgono così a 14 i tunisini «liberati». I magistrati del capoluogo etneo continuano dunque a disapplicare le procedure accelerate alla frontiera per i richiedenti asilo previste dal decreto Cutro, svuotando l’apposito Centro di Pozzallo, il primo destinato a ospitare quelli che - nelle intenzioni del governo - dovevano essere rimpatriati verso un Paese «sicuro» dopo il rapido esame della domanda. Si ingarbuglia, intanto, la vicenda del video postato da Matteo Salvini che ritraeva il magistrato ad una manifestazione di protesta - il 25 agosto del 2018 - contro il divieto di sbarco delle persone soccorse dalla nave Diciotti: ha ritrattato il carabiniere che aveva riferito di aver girato e condiviso il filmato. «Valuteremo ed impugneremo», è la reazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla nuova pronuncia catanese. «Siamo profondamente convinti - aggiunge - che i provvedimenti del governo sono legittimi e rispettosi della cornice giuridica». Mentre la Lega - che sta lavorando ad una proposta per rivedere composizione e prerogative delle sezioni dei tribunali specializzate in materia di immigrazione - torna all’attacco: «giustizia o politica? Prima in una piazza dove si insultano le Forze dell’ordine e si difendono gli sbarchi, poi in tribunale per rimettere in circolazione altri clandestini. Un intervento è necessario, come consentito dalla Costituzione, per rispetto della legge, del buonsenso e del popolo italiano». L’iter della decisione del magistrato di Catania è analogo a quelle precedenti. Il questore di Ragusa ha chiesto la convalida del trattenimento nel Centro di Pozzallo per sei tunisini. Apostolico ha negato, spiegando che «il richiedente non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda», che la procedura di frontiera avrebbe dovuto essere svolta a Lampedusa, luogo di sbarco, dove il migrante ha manifestato la volontà di chiedere protezione e che, infine, il pagamento di una somma a garanzia come mezzo per evitare il trattenimento è «incompatibile con la direttiva Ue del 2013» come interpretata dalla giurisprudenza secondo cui «il trattenimento può avere luogo soltanto, ove necessario, sulla base di una valutazione caso per caso, salvo che non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive». Gli uffici del Viminale, insieme all’Avvocatura dello Stato, stanno lavorando all’impugnazione dei provvedimenti in Cassazione. Piantedosi è sicuro delle ragioni del governo. «Il trattenimento ai soli scopi dell’identificazione e di fare procedure accelerate alla frontiera - sostiene - è un tema cardine dell’attuale e futura normativa europea, con l’approvazione del Patto di migrazione e asilo». E la maggioranza si lancia nuovamente all’attacco della giudice. «Le sue posizioni - per Maurizio Gasparri (Fi) - meriterebbero valutazioni sotto il profilo disciplinare, che tardano a venire da parte delle autorità di governo e da parte del Csm». Nuova puntata, nel frattempo, del giallo del filmato che mostra Apostolico tra i manifestanti. Venerdì scorso, ha informato il sottosegretario Nicola Molteni, un carabiniere in servizio a Catania aveva riferito ai suoi superiori di essere stato lui ad aver girato quel video durante il servizio d’ordine e poi di averlo condiviso con una cerchia di conoscenti. Ma successivamente «ha ritrattato le proprie affermazioni e nei suoi confronti sono in corso accertamenti finalizzati alla valutazione della rilevanza disciplinare della sua condotta. Dell’accaduto è stata informata la procura di Catania anche al fine di di valutare ogni ulteriore aspetto della vicenda». La versione è però contestata dal sindacato Sim Carabinieri, cui il militare si è rivolto. Lui, assicura il segretario generale Antonio Serpi, «non ha mai confessato ai suoi di aver girato e diffuso il video. Né, dunque, avrebbe potuto ritrattare. Gli è stato creato un grave danno e qualcuno ne dovrà rispondere, è stato messo in mezzo per una chiacchiera da bar».