L'inchiesta sul voto di scambio a Tremestieri, dai sindacati alle opposizioni: «È il degrado della politica»
Per la Cgil l’inchiesta che ha messo nei guai il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, dimostra che «la Sicilia è ancora in mano ai faccendieri». La Uil si dice «delusa dalla politica, lontana dai bisogni reali della gente». Le indagini sul voto di scambio hanno avuto l’effetto detonatore sul malessere verso la politica. Per il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino, «il degrado politico, istituzionale e morale che emerge in queste settimane con le numerose indagini e relative misure cautelari per voto di scambio e patti con la mafia è sconcertante. È segno che l'economia di molte aree della Sicilia è ancora in mano a faccendieri, corrotti, a politici che tradiscono il loro compito di essere al servizio della collettività. Ma anche del fatto che il voto, da strumento di democrazia e per cambiare la propria condizione, viene forzato, mercificato e messo al servizio del malaffare per l'interesse di alcuni. Questo è danno, è prepotenza, violenza contro la collettività e la gente onesta. È puro squallore». Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia, si dice «fortemente delusa da questa politica che dimostra di non occuparsi dei reali bisogni dei lavoratori, dei cittadini, dei giovani e degli anziani. Adesso si avvicinano le elezioni, ci saranno nuovi programmi e nuove promesse. Promesse sino ad oggi non mantenute. I siciliani hanno bisogno invece di risposte concrete. Lo abbiamo sempre detto che servono programmi con una scadenza da concordare e rispettare nel segno della trasparenza e della legalità ma che soprattutto ci siano controlli e un confronto continuo con le organizzazioni sindacali». Il Pd si muove da Roma e alza il livello della polemica. Per la responsabile Legalità del partito, Enza Rando, «in Sicilia, in particolare nel Catanese, è allarme per le inchieste sul voto di scambio politico mafioso che stanno portando alla luce fenomeni preoccupanti di infiltrazione mafiosa. Stamane la notizia delle indagini a carico del vicepresidente della Regione Luca Sammartino, coordinatore della Lega nell'isola. Non si può far finta di nulla davanti a indagini su corruzione, mafia, appalti e voto di scambio elettorale politico mafioso. Una commistione di interessi che conferma la necessità di alzare il livello di guardia e mettere al centro dell'azione politica etica pubblica e antimafia sociale, anticorpi contro le infiltrazioni criminali». E dall’Ars è Sud chiama Nord ad andare all’attacco del centrodestra: «Questa maggioranza sta facendo acqua da tutte le parti: dagli amministratori più piccoli fino a quest’ultimo caso che riguarda il vicepresidente della Regione. Schifani deve fare mea culpa, non è accettabile che la Sicilia sia in mano a questa gente che per la brama di potere sono pronti a distruggere quel che rimane della nostra terra. Sono indignato e schifato perché oggi con la sospensione di Sammartino abbiamo perso tutti: politici, istituzioni e soprattutto cittadini. Il presidente della Regione faccia una riflessione seria e mandi a casa questa banda di incapaci», ha detto Ismaele La Vardera. «L'ennesimo terremoto giudiziario non può non indurre una riflessione: la questione morale, che per il M5S è sempre stata un caposaldo indiscusso e non negoziabile, deve tornare in cima all'agenda politica, altrimenti alle urne, in occasione dei prossimi appuntamenti elettorali, sarà il deserto», afferma il capogruppo del M5S all'Ars Antonio De Luca . «La politica deve ricordarsi di essere al servizio dei cittadini - aggiunge -, i cui diritti troppo spesso vengono anteposti a bassi interessi di bottega. Schifani, che finora è riuscito nell'impresa di far rimpiangere perfino il peggiore dei governi siciliani di tutti i tempi dell'isola, faccia sentire la sua voce e ci dica immediatamente come vuole sostituire l'assessore in un momento tragico per la Sicilia che si appresta a vivere un'enorme crisi a causa della siccità».