CATANIA. Prenderanno ufficialmente oggi il via, con la cerimonia inaugurale alle 17, all'hotel Sheraton di Catania, i lavori della decima edizione del 'Mediterranean Cardiology Meeting', al quale partecipano oltre 1.500 tra ricercatori e specialisti provenienti da ogni parte del mondo sulla prevenzione della fibrillazione atriale.
Il numero di pazienti che presenta questo tipo di patologia cardiaca oscilla in Italia tra 285.000 e 600.000. La fibrillazione atriale aumenta il rischio di formazione di trombi negli atri che, se entrano nel circolo sanguigno, possono arrivare al cervello e provocare un ictus cerebrale. Il costo del trattamento per pazienti con ictus associato alla fibrillazione atriale è maggiore rispetto a quelli con ictus non causato da questa aritmia che è causa dei maggiori costi di ricovero iniziale e di assistenza domiciliare.
"Oggi abbiamo a disposizione - spiega il prof. Michele Gulizia, presidente del meeting - dispositivi impiantabili (loop recorder, pacemaker e defibrillatori) a maggiore longevità, la cui maggiore durata si ripercuote positivamente sul costo reale della terapia. Un recente studio ha dimostrato che i dispositivi che durano di più producono in media il 38% di costi in meno rispetto agli altri. Ne deriva che valutare solo il costo iniziale è sbagliato e scorretto". Secondo il cardiologo per "raggiungere un'ottimizzazione del percorso di cura, bisogna puntare sulla centralizzazione di pazienti selezionati in centri ospedalieri d'eccellenza utilizzando, per il controllo dei dispositivi impiantati, i sistemi di telemonitoraggio".