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Etna, si studiano gli infrasioni per prevenire le eruzioni

La ricerca di alcuni esperti sugli ultimi fenomeni sul vulcano

CATANIA. Gli infrasuoni potrebbero aiutare a far capire se un'eruzione vulcanica è prossima e quali sono le strade che il magma in risalita sta percorrendo prima di sgorgare dai crateri. E' l'ipotesi al quale stanno lavorando esperti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dell'università di Catania che sul tema hanno pubblicato uno studio sul Journal of volcanology and geothermal research.    
Gli autori hanno verificato che l'eruzione dell'Etna, iniziata il 13 maggio 2008 da una fessura che si è aperta nella parte alta del versante orientale del vulcano, è stata preceduta, un giorno prima, da 157 eventi infrasonici, con frequenze comprese tra 0,4 e 2,0 Hertz. Un orecchio umano in perfette condizioni percepisce solo le vibrazioni sopra i 20 Hertz. Secondo i ricercatori all'interno dell'apparato vulcanico, per la liberazione dei gas dalla superficie della colonna di magma, si verificavano lungo i condotti due fenomeni di risonanza: uno simile alle vibrazioni delle canne di un organo, l'altro a quelle di un fischietto.     
"In teoria - spiega uno dei ricercatori dell'Ingv, Eugenio Privitera - se conoscessimo, con precisione, le dimensioni geometriche del condotto e l'esatta velocità del suono nei gas vulcanici, mediante i segnali infrasonici potremmo effettuare il monitoraggio della pressione all'interno del più superficiale dei serbatoi magmatici dell'Etna. In tal modo, potrebbero essere istituite delle allerte ogni qualvolta il valore di pressione all'interno del serbatoio magmatico supera un valore di soglia. In pratica, sono già in programma degli esperimenti per la misura diretta di tali parametri, ma - osserva - dato che operiamo su un vulcano attivo, l'impresa non è per nulla facile". Lo studio è firmato da Andrea Cannata, Stefano Gresta e Eugenio Privitera per l'Ingv e da Mariangela Sciotto e Laura Spina dell'università di Catania.

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