ROMA. La missione di Luca Parmitano è ancora lontana, ma l’astronauta è già tornato fra le stelle grazie all’asteroide al quale è stato dato il suo nome. L'iniziativa, riconosciuta dall’Unione Astronomica Internazionale (Iau), è di un astronomo italiano, Vincenzo Silvano Casulli, che ha scoperto il piccolo corpo celeste. Per l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) «è un regalo meraviglioso, per il quale mi sento onorato e sono grato a Casulli per aver pensato a me». Tuttavia, aggiunge «ancora non mi abituo all’idea che il mio nome sia collegato a un corpo celeste». Individuato nel 1993 da Casulli, che gestisce l’Osservatorio di Vallemare di Borbona, in provincia di Rieti, l’asteroide ha il diametro di circa 5 chilometri e impiega 3,9 anni per compire un’orbita intorno al Sole. Finora il corpo celeste era noto con la sigla 1993 TD, adesso invece si chiama 37627 Lucaparmitano. La citazione dell’Iau, osserva l’Esa, è semplice ma elegante: «Luca Parmitano è un ingegnere e astronauta italiano del Corpo degli Astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea». L'astronomo dice di aver voluto dedicare questo corpo celeste a Parmitano perché: «Luca ha volato sei mesi sulla Stazione Spaziale e ancora non aveva il suo asteroide». AstroLuca non può fare a meno di chiedersi «come potrebbe essere stare sulla sua superficie. Quante albe e tramonti vedrei da questo piccolo mondo in un giorno? So che non lo visiterò mai: ma, in un certo senso, sono già lì». L'asteroide 37627 Lucaparmitano non è visibile a occhio nudo, ma osserva l’astronauta «sento che il 'mio' asteroide ispirerà le persone: le farà riflettere sulla nostra presenza sul nostro bel pianeta e lavorare per renderlo un posto migliore».