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Violenze sui bambini, a Bronte e Maletto la testimonianza della scrittrice Agostiniani

Violenze sui bambini e diritti umani, a Bronte e Maletto la testimonianza personale della scrittrice Anna Agostiniani, vincitrice del «Premio Internazionale Standout Woman Award 2018», consegnato a «ventun donne eccellenti» a Roma, nell’Aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio, «per essersi distinte nei settori dell’imprenditoria, dell’arte, dello spettacolo, dello sport, e in campo medico-scientifico per competenze, qualità umane, coraggio, sensibilità e determinazione».

«Perché? Una storia vera» (2015) è il titolo del suo libro autobiografico (curatori Michele Albini e Giulia Bornacin), nel 2017 premiato al Salone internazionale del libro di Torino, in cui l’autrice coraggiosamente racconta le umiliazioni, le vessazioni e gli abusi sessuali subiti nella prima adolescenza. Anna descrive anche il momento della libertà, all’alba del ventunesimo compleanno (allora la maggiore età), il sincero affetto paterno ricevuto, da quando era sedicenne, dall’amorevole futuro marito, il famoso pittore Antonio Angrisano, le sue affermazioni lavorative e l’impegno nel sociale.

In questi giorni, l’autrice ha parlato della sua vita a Bronte insieme all’attore Michele Albini, ospiti della Fidapa guidata dalla presidente Francesca Reale, nella «Pinacoteca Nunzio Sciavarrello» diretta dal presidente Carmelo Indriolo. Sono intervenuti i presidenti Salvatore Tirendi (Circolo di cultura Enrico Cimbali), Francesca Paparo (Donne insieme), Antonella Caltabiano (Telefono rosa) e, in rappresentanza del presidente Salvo Saitta, Enza Gangi (Rotary Club Aetna Nord-Ovest). Per l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pino Firrarello, ha portato i saluti l’assessore Angelica Prestianni.

Rosanna - questo il nome anagrafico della scrittrice, attribuitole alla nascita, il 28 agosto 1948, dall’appena quattordicenne e orfana mamma Angela (alla quale sarebbe stata sottratta con l’inganno, falsamente informata d’averla data alla luce morta, nonché ignara del parto anonimo dichiarato) -, per 4 anni e mezzo ha vissuto nel brefotrofio di Senigallia (AN), sua cittadina natale; poi con i genitori adottivi (coniugi Cervelli), a Labro (RI) fino a 7 anni e a Villa Adriana, a Tivoli (RM), fino ai 21, quando si è trasferita a Roma.

Anna Agostiniani (nome scelto da lei e cognome assegnatole alla nascita) è stata la prima donna in Italia a cercare la propria mamma andando in televisione, a Portobello da Enzo Tortora (1977), poi a «Ricomincio da qui» da Alda D’Eusanio (2008). A «La vita in diretta», da Lorella Cuccarini, l’anno scorso, ha parlato dell’abbraccio a mamma Angela, incontrata dopo ben 70 anni (a dicembre 2018, nella casa materna ad Apricena, in Puglia, nel foggiano), ma dalla quale ad aprile 2020 si è separata per sempre, senza potersi recare a darle l’ultimo saluto, a causa del lockdown per il Covid-19.

Dopo la testimonianza a Bronte, Anna ha raccontato la sua esperienza anche a Maletto, sempre con Michele, nell’aula consiliare del comune, dove hanno ricevuto il benvenuto dalla professoressa Concita Parrinello (punto di riferimento per i due incontri), dall’assessore alla cultura, Gabriella Giangreco (organizzatrice dell’evento), e dal sindaco Pippo De Luca.

L’incredibile e travagliata storia sul ritrovamento della mamma è il noir condensato nel secondo libro di Anna, scritto a quattro mani con Michele Albini, dal titolo «396 Questa ero io» (2020), narrazione carica di suspense, che reclama un seguito disvelatore di altri inediti retroscena.

Dal 2015, Anna Agostiniani (pseudonimo di Rosanna Cervelli) gira l’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul diritto a conoscere le proprie origini e presentare la sua autobiografia, il cui ricavato, tramite l’associazione Mango onlus, devolve in beneficenza dei bambini bisognosi del Paraguay, ai quali si dedica da oltre trent’anni.

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