L'Etna comincia a dare segnali di ripresa. L’Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), alla luce delle osservazioni effettuate mediante le telecamere di videosorveglianza conferma che esse evidenziano come continui l'attività di degassamento ai crateri sommitali, prevalentemente a carico della Voragine e del Cratere di Sud-Est. Nonostante la presenza di forte vento e copertura nuvolosa in zona sommitale, in queste ore, attualmente non si osservano tuttavia variazioni significative dell'attività vulcanica. L'ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato però un graduale incremento a partire dalle prime ore di oggi. Dalle 7.40 , a seguito di un rapido aumento, l'ampiezza si è portata su valori elevati dove tuttora permane. Il centroide delle sorgenti del tremore risulta localizzato nell'area del cratere Bocca Nuova ad una elevazione di circa 3000 metri. Spiegano i vulcanologi dell’Ingv: «Per quanto riguarda l'attività infrasonica, la presenza di forte vento in area sommitale, che inficia il rilevamento degli eventi infrasonici e la loro localizzazione, non consente di poter esprimere valutazioni a riguardo. Dal punto di vista delle deformazioni, al momento non ci sono variazioni significative». Dalle esperienze relative a simili situazioni sul vulcano attivo più grande d’Europa e secondo tra i più attivi al mondo, sappiamo dell’imprevedibilità e delle sorprese che spesso riserva alle martoriate popolazioni pedemontane, ancora alle prese con lo smaltimento della copiosissima sabbia, che ha più volte messo in tilt l’aeroporto e ricoperto numerosi centri pedemontani, compresa la città metropolitana di Catania, in occasione dell’ultimo parossismo dei mesi scorsi. Foto Pafumi