Don Attard, undicesimo successore di Don Bosco, a Catania: «Chiamati a essere segni di speranza»
«È urgente costruire percorsi che formino i giovani al bene della società, in un’epoca segnata dall’indifferenza e dal disincanto». Con queste parole il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Fabio Attard, XI successore di don Bosco, ha parlato davanti a oltre mille persone riunite nel cortile dell’Istituto San Francesco di Sales di Catania.
«Non clienti, ma giovani da amare»
Nella sua lectio magistralis, intitolata Chiamati a essere segni di speranza, il Rettor Maggiore ha affrontato quella che ha definito «l’emergenza educativa», sottolineando come i tempi siano profondamente cambiati. «Viviamo in una società che rischia di considerare i giovani come clienti e non come persone da educare – ha avvertito –. Una società che li invita a consumare il tempo della giovinezza senza renderla generativa di futuro. Ma la giovinezza è un grembo che fa nascere l’età adulta, e il nostro compito è custodirla con responsabilità». Don Attard ha richiamato con forza il modello di don Bosco, «che per primo ha capito che il cuore dei giovani, ieri come oggi, sogna il futuro ed è portatore di una silenziosa resilienza. Non vogliono essere trattati come clienti, usati come carne da profitto, ma cercano adulti con il volto pulito e il cuore sano, capaci di accompagnarli con autenticità».
La missione salesiana e le nuove sfide
Il Rettor Maggiore ha parlato di una «generazione che sta cercando», spesso lasciata «senza mappe e senza acqua nel deserto delle nostre città». E ha invitato gli educatori a non sottrarsi a questa sfida: «Se perdiamo la capacità di cogliere le domande dei giovani, rischiamo di consegnare loro un futuro privo di speranza». Da qui l’appello a costruire nuove alleanze educative: «Non possiamo permetterci di rimanere chiusi, ostinati su scelte che scartano investimenti nel campo educativo. Al contrario, è urgente formare docenti, educatori, animatori capaci di essere punti di riferimento. Favorire alleanze per il bene dei giovani non è un gioco di parte, ma un dovere umano collettivo».
Una memoria che diventa impegno
Guardando al 50° anniversario del Movimento Giovanile Salesiano, nato proprio in Sicilia, don Attard ha esortato a trasformare la memoria in azione: «Non si tratta di una semplice celebrazione, ma di una chiamata a rinnovare la nostra responsabilità verso i giovani. Vogliamo che questo anniversario sia testimonianza di gratitudine e impegno per un domani migliore». Il suo messaggio si è concluso con un invito forte e diretto: «I giovani oggi ci chiedono di aiutarli a costruire il domani. Metterci in cammino con loro è la missione più urgente e la scelta più nobile. Don Bosco li definiva “la porzione più preziosa dell’umana società”: abbiamo il dovere di custodirla e di crederci, offrendo speranza e futuro».
Il presidente Schifani: finanzieremo il progetto per San Cristoforo
«Essere qui tra voi significa anche condividere la missione di san Giovanni Bosco, il progetto educativo del fondatore dei Salesiani che scelse di donarsi ai più piccoli, coltivando la loro capacità di amare e di compiere sempre il bene, allo scopo di “formare onesti cittadini e buoni cristiani”». Sono le parole che il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha voluto rivolgere a tutta la comunità salesiana riunita a Catania per accogliere il rettor maggiore don Fabio Attard, successore di don Bosco.