CATANIA. Ritorno al passato o un nome nuovo? Con questo quesito Pietro lo Monaco e Cristiano Lucarelli sfogliano la margherita del calcio mercato. Il reparto che nello scorso campionato ha sofferto di più e quello offensivo: si segnava col contagocce, si sbagliavano anche rigori in momenti cruciali. Quattro attaccanti sono stati “bruciati” negli ultimi sedici metri: prima Calil, al quale si era data un’altra chance, e Paolucci, ritornato in rossazzurro con grande voglia di riscatto. Mandati altrove a gennaio stessa sorte hanno subito Pozzebon e Tavares, con il secondo ben presto relegato in panchina. Cristiano Lucarelli è stato un cannoniere prolifico e sa interpretare al meglio le esigenze di un finalizzatore, sa di quali supporti tecnico-tattici e psicologici abbia bisogno. Per questo motivo la scelta della prima punta non può essere un esperimento.
Gli atleti attualmente in rosa non sembrano in grado di poter assolvere questo ruolo. A Calil bisognerà trovare un’altra sistemazione, dopo Livorno. Pozzebon è sotto esame e forse saranno le prime settimane di ritiro a decidere, Barisic pur giocando con discontinuità ha segnato quattro reti, ma non è una prima punta. Come non lo sono Mazzarani e Di Grazia che, eppure, sono stati i più prolifici, ma devono partire dal posizioni decentrate per esprimersi al meglio. E allora Rachid Arma, attaccante marocchino del Pordenone, elemento di categoria dal rendimento consolidato, potrebbe essere l’uomo nuovo e giusto, si riaffaccia il passato, sostenuto non solo da un supporto sentimentale, ma anche tattica: Gonzalo Bergessio, detto Lavandina, dal 30 giugno è svincolato