CATANIA. Un maledetto 4 marzo, quello del '96. L'ultimo giorno della "vita in rossazzurro" di Angelo Massimino, morto per un incidente sulla Palermo-Catania. Sono passati vent'anni da allora, eppure ancora oggi Gino Maltese trattiene a stento le lacrime quando parla del Cavaliere: "Uno di famiglia, allora come adesso!". Nell'immaginario collettivo dei tifosi, del popolo di Cibali, Maltese è "il" Massaggiatore del Calcio Catania. Raccontato da lui, "il" Presidente assume una dimensione inedita perchè decisamente lontana da storielle e gossip di chi preferisce le caricature, al personaggio reale. "Ad esempio - puntualizza Gino Maltese - era geloso del club e della squadra perchè li riteneva suoi, ma è vero che non voleva uscire i soldi. Anzi, era generoso e giusto. Ricordo che un giorno concesse un premio-partita da dividere tra tutti, dal magazziniere al capitano. Un giocatore si recò da lui e gli disse che quei soldi toccavano solo a loro, ma Angelo Massimino lo cacciò via in malo modo. Gli urlò: se non te ne vai, ti do un colpo di pala che ti stacco la testa!".
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