Catania

Sabato 04 Maggio 2024

Giarre, antico abbeveratoio nel degrado

GIARRE. E pensare che lo storico abbeveratoio di via Principe di Piemonte a Macchia, nel 2012 venne dichiarato “Manufatto di rilevante interesse etnoantropologico regionale“. Esplode Su face book l’impietosa denuncia sullo stato di pietoso degrado dell’importante monumento cittadino. L’abbeveratoio con delfini, che si trova tra un edificio costruito da poco e l’ufficio postale, alla fine dell’ottobre 2012, venne dichiarato “manufatto di rilevante interesse etnoantropologico” dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana. Un risultato importantissimo se si pensa che per ottenerlo occorse un’istruttoria della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Catania, che poi la trasmiese all’Assessorato regionale ai Beni Culturali. Furono la dottoressa Carmela Cappa della Sovrintendenza, e la dottoressa Irene Leonardi che seguirono il lungo l’iter che permise di giungere all’importante riconoscimento che attesta il notevole valore della cosiddetta “abbiviratura da Macchia”. Il manufatto, infatti, testimonia un sistema viario e di aggregazione urbana nel territorio e la competenza dei lapicidi del territorio jonico-etneo. Fu solo grazie a questo decreto che il manufatto non è stato spazzato via ed è stato risparmiato dalla recente costruzione di un complesso di appartamenti proprio accanto e dietro l’abbeveratoio. Ma a quanto pare non è affatto tutelato adeguatamente dagli enti preposti. Da allora non è stato eseguito alcun restauro e di cartelli esplicativi per la fruizione, non se n’è vista nemmeno l’ombra. E pensare che manufatti come l’abbeveratoio di Macchia, costituiscono testimonianza del lavoro e della vita collettiva, e spesso nella loro semplicità sono le costituenti del multiforme tessuto storico, artistico, culturale e paesaggistico. L’assessore all’Arredo urbano, architetto Salvo Patanè, da noi raggiunto telefonicamente ha annunciato: «All’inizio della prossima settimana, intanto, provvederemo urgentemente a pulire accuratamente l’abbeveratoio, chiedendo anche la cura da parte dei cittadini a non utilizzarlo come discarica. Non appena troveremo le risorse economiche necessarie, che non sono nemmeno tante, eseguiremo il necessario restauro conservativo del manufatto, per giungere ad una sua adeguata ricomposizione».Il servizio di Mario Pafumi
 
 
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