Catania

Lunedì 06 Maggio 2024

"Capitale delle opere incompiute”, il triste primato di Giarre

Il titolo di “capitale delle incompiute” comincia a vacillare. Giarre non ci sta più ad essere bollata a livello nazionale per un triste primato calcolato sul rapporto incompiute/popolazione. Chiede la “revisione” e l’aggiornamento delle storiche opere “incompiute” presenti sul suo territorio. Dodici scheletri o se vogliamo monumenti allo spreco di denaro pubblico, che a partire dagli anni 50 in poi, con un picco negli anni 80, sono stati lasciati in eredità alla “Città crocevia” senza che le amministrazioni che si sono succedute siano state in grado di completarle. Il sindaco attuale Roberto Bonaccorsi ha le idee chiare. «Alcune opere sono state completate, altre, che hanno capacità di redditività, cercheremo di completarle con progetti di finanza ai quali parteciperanno i privati; altre non si possono completare perché occorrerebbero milioni e milioni e milioni che non è possibile e pensabile avere». E allora vediamo di aggiornare la triste lista.Il Centro diurno per anziani è un’opera pubblica incompiuta che si trova in via Enrico Berlinguer. Per completare questo immobile costato svariati milioni, nel 2010 il comune aveva partecipato a un programma regionale di riqualificazione urbana, finanziato con fondi europei. Il progetto di completamento prevedeva un importo di 1milione150mila euro. In una prima fase il comune di Giarre era stato escluso dal finanziamento ma, in un secondo momento, a seguito di scorrimento della graduatoria, è stato riammesso. All’assessorato alle infrastrutture è stato quindi presentato un progetto, per lo stesso importo, anche se con i prezzi aggiornati. Lo stesso assessorato regionale per emanare il decreto di finanziamento ha chiesto al comune il progetto esecutivo. A redigerlo sono stati i geometri Sebastiano D’Anna e Carmelo Torrisi. La spesa prevista per i lavori è di 883mila euro circa; per la manodopera è stata preventivata una spesa di 207mila euro circa; per gli oneri di sicurezza sono stati preventivati 26mila euro circa. Allo stato i lavori sono bloccati, lo scheletro in cemento armato ammalorato e ricoperto di rovi e sterpaglie. Ecco le altre incompiute irrecuperabili (servizio a cura di Mario Pafumi).
Spesi 2 miliardi di lire per la costruzione e l’arredamento è stata ristrutturata e oggi è sede di molti uffici comunali. Lunga e tortuosa la storia dell’ex casa di riposo, struttura polifunzionale livellata su 4 piani, con i suoi 75 posti letto, sale lettura, dispensa, biblioteca e saloni ricreativi, completa dal ’95 ma, di fatto, mai entrata in funzione. L’opera, rimasta chiusa per quasi un ventennio, è stata realizzata con fondi dell’assessorato regionale alla Famiglia. La svolta decisiva sul futuro dell’opera pubblica, giunse quando il sindaco Teresa Sodano, nel luglio del 2009, varò una delibera di Giunta, trasmessa all’assessorato regionale alla Famiglia, con la quale palesava la necessità di mutare la destinazione d’uso della casa albergo anziani di via Federico di Svevia in Polo degli uffici comunali.
Attualmente trasformato in autoparco per il deposito degli automezzi comunali. Era il 1992 quando l’allora assessore regionale all’agricoltura, Giovanni Burtone, comunicava l’inserimento nel programma finanziario regionale di due progetti giarresi: l’ampliamento del mercato ortofrutticolo all’ingrosso di corso Messina e la realizzazione del mercato dei fiori, sotto la piazza di Trepunti, che da poco tempo era stata ampliata. Il sito veniva scelto in quanto la piazza trepuntese ospitava la rinomata “Festa dei fiori”. La notizia suscitò speranze nei numerosi operatori economici del comparto. L’ampliamento del mercato all’ingrosso non è mai avvenuto. Il mercato dei fiori sotto la piazza di Trepunti mai aperto. E’ rimasto per decenni una delle tante incompiute della frazione di Trepunti, insieme alla più famosa piscina, al centro polifunzionale e al parco regionale con annessa pista di automodellismo. Ecco perché l’inizio dei lavori di riconversione in autoparco comunale di questo locale realizzato per diventare mercato dei fiori è una notizia in un certo senso storica, anche se la città ha altre incompiute più famose e anche più longeve.
 
Da 20 anni attendono il completamento dall’IACP di Catania, che ne è proprietario e realizzatore. Attualmente in ballo un finanziamento richiesto alla regione di 3 miliardi. I lavori vennero iniziati l’11 dicembre del 1990 ma, a seguito del fallimento dell’impresa appaltatrice, gli stessi sono rimasti sospesi. Oggi resta solamente uno scheletro con appartamenti intonacati ma deturpati e distrutti, con infissi, mattonelle, sanitari e caldaie oggetto di razzie e con le strutture vandalizzate.
E’ una delle più antiche incompiute. Risale infatti al 1975. Da qualche anno aperto parzialmente in alcune parti. Al posto degli esistenti e semidistrutti campi da tennis, sono stati costruiti dei campi di calcetto gestiti da una società privata. Da pochi giorni è stato inaugurato il chiosco gestito dalla ditta Currò Rosa & Co. di Giarre, che ha provveduto, tra l’altro, anche alla ristrutturazione dei fabbricati, dei servizi, alla realizzazione dell’accesso disabili, all’inserimento di giochi, alla manutenzione delle essenze arboree, e dovrà anche curare la realizzazione di attività culturali con le scuole. All’interno, opportunamente recintato, resta lo scheletro del Centro sociale giovani.
Nel tempo spesi 9 miliardi di lire. Il sindaco ha dichiarato: “Entro l’anno sarà completato”. Ci sono voluti oltre 60 anni e un ulteriore finanziamento, derivante dal cosiddetto Contratto di quartiere. Il cofinanziamento da parte del ministero dei Trasporti e dell’assessorato regionale alle Infrastrutture e alla Mobilità, è di quattro milioni e mezzo di euro. Il progetto prevede, tra l’altro, la sistemazione del “teatro nuovo”, che di nuovo in realtà non ha più nulla visto che è la più vecchia delle incompiute giarresi (primo cantiere datato 1952). In 60 anni, proprio per il teatro, sono stati spesi nove miliardi di lire, quattro milioni e mezzo di euro. Eppure nessun attore vi ha mai messo piede. Oggi dei 4 milioni e mezzo del finanziamento totale del Contratto di quartiere, quasi la metà, circa 2 milioni di euro, è destinata al capitolo “teatro”.
 
L’opera risale agli anni ’80 e si presenta in buone condizioni strutturali, anche se risulta necessario un importante intervento di riqualificazione. Essa risponde alle esigenze attuali: chi l’ha progettata ha avuto una straordinaria lungimiranza. Per le sue dimensioni (33,33X 25) è una semiolimpionica(non è olimpionica solamente perché un metro più corta) ed ha un capienza di almeno 800 posti a sedere. Il sindaco Bonaccorsi da noi intervistato ha detto che “l’amministrazione sta lavorando ad un progetto di finanza per il recupero della piscina, che è un’opera con capacità di redditività”.
Riqualificato tacitamente in Campo di Atletica dalle amministrazioni. Spalti inagibili e cemento armato sprecato. Progetto approvato nel 1984, lavori iniziati nei primi anni ’90, varianti su varianti e stop definitivo nel ’97. Costo totale: 7,5 miliardi di lire, spesi in gran parte per realizzare assurdità progettuali, come le tre enormi tribune in cemento armato da 6 mila posti, di cui quella centrale con gradini fuori norma e una pendenza tale da renderla inagibile e obbligare il Comune a murarne le scale di accesso per scongiurare disgrazie. L’unica cosa che offre oggi il complesso è la pista di atletica, peraltro ormai fatiscente, presa d’assalto(per mancanza di altre strutture) non solo dai cittadini, ma anche da sportivi che vengono dai comuni vicini. Spogliatoi, palestra e uffici totalmente distrutti. Nell’area è contenuto il Centro operativo misto in caso di calamità naturali e un eliporto(finanziato e in fase di costruzione) Il sindaco sostiene di poter riuscire “a sistemare alcune aree esterne”.
Costo 2 miliardi di lire. Una struttura maestosa iniziata nel 1985 che versa nell’abbandono totale. I vandali non ci sono mai arrivati perché il cantiere si è autodistrutto. E pensare che si tratta di un’edilizia avanzata, molto curata nei dettagli. Centinaia di metri cubi di cemento e mattoni lasciati li alla natura che se ne sta riappropriando man mano. L’amministrazione comunale precedente ha tentato il recupero mediante un progetto, preventivando una spesa di oltre 1,5 milioni di euro e partecipando al programma per la realizzazione di interventi di valorizzazione di siti e contesti architettonici e urbanistici, connessi alle attività artistiche contemporanee, un bando promosso dall’assessorato regionale dei Beni culturali. Nessuna notizia ad oggi.
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