Catania

Mercoledì 27 Novembre 2024

Venerdì nero per chi vola con Ryanair: sciopero del personale, presidio anche a Catania

Un momento della protesta
I voli cancellati sono saliti a 250
“A Ryanair chiediamo di convocarci per la definizione di un contratto collettivo di lavoro di diritto italiano“, spiegano le due sigle sindacali
Lavoratori in sciopero
Organizzati presidi in tutta Europa
Sciopero anche a Catania
Un altro momento della protesta
L’Ue, da parte sua, ha chiesto alla società di «assicurare il pieno rispetto della legislazione europea»

Un venerdì nero oggi per chi vola con Ryanair, in seguito allo sciopero europeo confermato in Italia, Belgio, Olanda, Portogallo e Spagna del personale di cabina e/o piloti a cui oggi si sono aggiunti anche quelli della Germania. Salgono così a 250 i voli già cancellati, pari al 10% dei circa 2.400 totali, rispetto ai 190 (8%) annunciati martedì, secondo le ultime informazioni riferite dal direttore marketing della low cost irlandese Kenny Jacobs all’agenzia Belga. I passeggeri sono stati avvertiti via mail o sms, e la compagnia, fa sapere la stessa, ha già offerto diverse alternative come rimborsi o riprogrammazione del volo. In Belgio, per esempio, sono 20-25 i voli annullati contro i 6 precedentemente annunciati, mentre sono tra 35 e 45 quelli che non decolleranno da o verso la Germania. In Italia, comunicano Filt Cgil e Uiltrasporti, ci sono presidi presso gli aeroporti di Bergamo, Catania, Ciampino, Milano Malpensa, Napoli e Pisa, dove fa base Ryanair. «A Ryanair - spiegano le due sigle sindacali - chiediamo di convocarci per la definizione di un contratto collettivo di lavoro di diritto italiano che preveda le tutele del nostro ordinamento e soddisfi le legittime istanze dei piloti e degli assistenti di volo». Ieri l’ad della compagnia aerea Michael O'Leary aveva invitato i dipendenti ad annullare uno sciopero «inutile», che «non è sostenuto dalla grande maggioranza dei lavoratori di Ryanair» e che finisce solo per danneggiare la compagnia aerea e i suoi clienti. L’Ue, da parte sua, ha chiesto alla società di «assicurare il pieno rispetto della legislazione europea», un aspetto «che i lavoratori non devono negoziare e che non può neanche essere rinviato a una data ulteriore». Bruxelles, però, non ha nessun potere, nemmeno di mediazione, per assicurare il rispetto delle regole Ue, ma resta una competenza nazionale.

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