C’è una soddisfazione diffusa ad Aci Sant’Antonio, il centro catanese del Casalotto, perché per la prima volta nella sua storia una giovane cittadina è divenuta carabiniere al termine di un corso svolto brillantemente addirittura con il titolo di “Capocorso”. Sofia Pappalardo, 21 anni, ha concluso in questi giorni, con il giuramento, il 140 Corso carabinieri a Iglesias in Sardegna, dove si è distinta aggiudicandosi il ruolo di “Capocorso”, con i complimenti diretti del generale di divisione Carlo Cerrina. È la prima donna carabiniere del centro etneo. Sofia dopo gli studi al Liceo classico, si è iscritta alla facoltà di Psicologia, ma all’età di 20, come racconta la mamma Natalia Livia Piccione, che lavora alle dipendenze del ministero della Giustizia, “ha deciso di partecipare al concorso per allievi carabinieri, sentendo un forte senso di appartenenza all’Arma, ammirando Il coraggio, la determinazione e l’orgoglio nel ricoprire quei ruoli che erano stati ad appannaggio esclusivo degli uomini, e che oggi rende quel valore aggiunto nelle nostre donne carabiniere. Sta studiando perché vuole riprovare il concorso per allievi ufficiali, che non è riuscita a superare per un soffio. È una ragazza che ha dato prova di ragguardevole resistenza e sopportazione dello stress, alla pari degli stessi colleghi uomini è tutto ciò rende orgogliosi me, il papà Rosario e i fratelli. L’orgoglio di vedere donne e uomini al servizio del paese con quel senso di responsabilità che può comprendere e vivere solo chi indossa la divisa che veste la passione del servizio al paese e alla collettività". Racconta la stessa Sofia: “Per quanto riguarda la mia esperienza ad Iglesias posso dire di essere molto soddisfatta e ad oggi, arrivata al giorno conclusivo, provo molta malinconia. Quando ho varcato le porte di quella caserma provavo un misto di entusiasmo e paura, era un mondo totalmente nuovo per me e forse, un po' condizionata da stereotipi, ciò che più mi spaventava era l'aspetto relazionale con colleghi e superiori ma la consapevolezza di star realizzando il mio più grande sogno vinceva su tutto". "Le prime settimane - aggiunge - sono senz'altro state molto dure, ma dopotutto sono anche necessarie per inquadrare noi giovani aspiranti carabinieri a questa vita. Per me è stato sempre un crescendo, sono sempre più innamorata di questo lavoro, orgogliosa di fare parte di questa istituzione, fiera di rappresentare il mio stato e pronta ad essere al servizio del cittadino. Sono profondamente grata a tutti i miei comandanti per avermi trasmesso l'entusiasmo che li anima e l'amore per questo mestiere che poi mestiere non è ma una vocazione e per averci accompagnato in questo percorso di crescita riuscendo a far maturare in noi la consapevolezza e tutti i valori che devono contraddistinguere un carabiniere. E infine ma non per ultimo uno speciale ringraziamento va ai miei compagni di viaggio e colleghi che hanno reso speciale questa esperienza”. Sonia considera questo solo un primo passo perché è determinata ad andare avanti nella carriera provando le selezioni per ufficiale. Nel 2000 le donne entrano nelle forze armate e quindi nell’Arma dei carabinieri. La legge che ha sancito l’ingresso delle donne in divisa nelle Forze Armate fu approvata il 20 ottobre del 1999 (legge 380/99). Per le donne, indossare la divisa nera a bande rosse è stato un percorso graduale. Si inizio’ con i bandi di concorso per l’accademia per gli ufficiali, poi i bandi di concorso per gli allievi marescialli ed infine il reclutamento per entrare a far parte dell’Arma come carabiniere. Sono 22 anni di esperienza quelli trascorsi dalle donne nell’Arma dei carabinieri. Oggi le donne hanno consolidato il proprio status nel ruolo sociale del carabiniere. Il coraggio, la determinazione e l’orgoglio nel ricoprire quei ruoli che erano stati ad appannaggio esclusivo degli uomini, oggi rende quel valore aggiunto nelle nostre donne carabiniere. Le donne hanno dato prova di ragguardevole resistenza e sopportazione dello stress, alla pari degli stessi colleghi uomini.