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Catania, apre una sinagoga dopo 530 anni ma l'Unione delle comunità ebraiche non la riconosce

«Nell’Unione delle comunità ebraiche ci sono persone amiche che hanno un loro modo di vedere la nascita di nuove realtà, ma, suppongo, che prima o poi si troverà la possibilità di incontrarsi e comprendersi». Così Baruch Triolo, segretario Bet Kenesette, la comunità ebraica di Catania, prova a spegnere le polemiche nate sull’inaugurazione della sinagoga al secondo piano del Castello di Leucatia, in locali concessi dal Comune. Nella sinagoga oggi è stata celebrata una festa per l’arrivo del Sefer Torah, il testo sacro degli ebrei che furono cacciati dalla Sicilia nel 1492 dai sovrani cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona.

Ma la costituzione della Comunita ebraica di Catanià è contestata dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) perché «non è stata mai stata presentata alcuna richiesta per la sua costituzione». L’Ucei spiega che «non può consentire in alcun modo che chiunque si appropri della dicitura «Comunità ebraica» o costituisca una comunità prima inesistente, in aperta violazione della normativa prevista nell’intesa e nello statuto».

Ma Triolo getta acqua sul fuoco delle polemiche: «ci incontreremo e ci comprenderemo», dice, sottolineando di essere «qui per una festa per l’inaugurazione ufficiale della Sinagoga a Catania, luogo di studio e preghiera degli ebrei, con l’evento eccezionale della presenza del Sefer Torah, che è stato portato da Washington».

«E’ un momento di gioia - aggiunge - che ricostituisce un momento di studio che a Catania mancava da 530 anni, dove una volta c’erano due Sinagoghe, che sono state seppellite dalla lava e dopo che gli ebrei sono dovuti andare via. Questo è un doppio ritorno: degli ebrei che risorgono alla fede e la rinascita di un luogo dove si può, finalmente, stare insieme e pregare. Sarà un faro nell’area Mediterranea e molti verranno qui dall’estero sapendo che in Sicilia c’è finalmente un luogo dove ritrovarsi».

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