È risultato positivo alla cannabis e alle benzodiazepine (tranquillanti) l’automobilista di 39 anni, italiano di origine marocchina, indagato per omicidio stradale plurimo per essersi schiantato ad altissima velocità contro un’auto ferma al casello della barriera autostradale A4 Torino-Milano (Ghisolfa) e avere ucciso due donne. Sono questi gli esiti degli esami di primo livello disposti dal pm milanese Paolo Filippini, titolare dell’inchiesta che punta a ricostruire la vita dell’uomo e capire se abbia o meno problemi psichiatrici. Una delle due vittime, Laura Amato, era originaria di Catania. Aveva 54 anni. L'altra donna morta, Claudia Turconi, ne aveva 59. Erano operatici sanitarie e vivevano nel Milanese. Entrambe sono morte sul colpo. Il magistrato ha incaricato la polstrada di Novara di sentire la moglie del 39enne di Pontenure, paese del Piacentino, dove risiede, e di acquisire le cartelle cliniche dell’ospedale di Piacenza, dove era entrato giovedì scorso dopo essere andato in escandescenza. Proprio dalle cartelle cliniche e dalle testimonianze dei medici, gli inquirenti e gli investigatori puntano ad accertare se le benzodiazepine gli sono state somministrate dal personale sanitario e, inoltre, se è stato dimesso oppure se ha lasciato volontariamente l’ospedale. All’uomo, che ora è ricoverato in psichiatria al San Carlo di Milano e che non è mai stato sottoposto a Tso, è stato sequestrato anche il cellulare per capire se negli istanti prima dell’incidente mortale fosse al telefono o stesse inviando messaggi. Dalle immagini delle telecamere si vedrebbe una macchina che tira diritto ad alta velocità come se l’autista non avesse visto il casello o guidasse bendato. Per questo si vuole appurare se fosse distratto o sotto gli effetti di un cocktail di benzodiazepine e stupefacenti.