Catania

Sabato 23 Novembre 2024

Catania, uccise la figlia di 5 anni e finse il sequestro: madre alla sbarra il 12 giugno

L’arresto della donna
Un fotogramma dal video dell’ultimo abbraccio tra Martina Patti e la figlia Elena
Martina Patti esce dalla caserma dei carabinieri di Mascalucia
I carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche (Sis) di Catania e del Ris di Parma durante il sopralluogo nella casa di Mascalucia
I funerali della piccola Elena
Fiori e giocattoli lasciati sul luogo del ritrovamento del corpo di Elena Del Pozzo
Il padre della piccola

Il Gup di Catania, Stefano Montoneri, ha rinviato a giudizio Martina Patti, la 24enne rea confessa dell’omicidio della figlia Elena, di quasi 5 anni, uccisa con un’arma da taglio nel giugno 2022 e seppellita in un campo vicino casa, a Mascalucia. La prima udienza del processo è stata fissata per il 12 giugno prossimo davanti la prima sezione della Corte d’assise di Catania. La Procura le contesta i reati di omicidio premeditato aggravato, occultamento di cadavere e simulazione di reato. I nonni paterni e il padre della piccola vittima si sono costituti parte civile con l’avvocato Barbara Ronsivalle. L’imputata è assistita dal penalista Gabriele Celesti. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Catania sono state coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Fabio Scavone e dal sostituto Assunta Musella. La donna avrebbe ucciso la piccola nel luogo del ritrovamento, un campo abbandonato vicino casa e poi avrebbe finto il sequestro della bambina all’uscita dall’asilo. Martina Patti ha confessato il delitto, ma non ha spiegato il movente. Una delle piste battute dai carabinieri del comando provinciale di Catania è stata la gelosia nei confronti dell’ex compagno e padre di Elena, Alessandro Del Pozzo, 24 anni. La scintilla potrebbe essere stata la sera trascorsa da Elena con i nonni paterni e la felicità dimostrata dalla bambina nel frequentare la nuova compagna del padre. La sera prima di essere uccisa, la bambina ha dormito dai nonni. La mattina dopo la zia l’ha accompagnata all’asilo e la madre è andata a riprenderla ed è tornata a casa, a Mascalucia. Successivamente Martina Patti è uscita nuovamente con l’auto, per creare un diversivo e ritorna nell’abitazione. È in quel lasso di tempo che sarebbe stato commesso il delitto, in un terreno abbandonato dove la madre ha seppellito il corpicino, nascosto in cinque sacchi di plastica nera e semi sotterrato con una pala e un piccone. Poi ha fatto scattare la messa in scena: ha avvisato per telefono del falso sequestro i genitori e il padre di Elena, è tornata a casa e subito dopo, accompagnata dalla madre e dal padre, è andata dai carabinieri a denunciare l’accaduto. Ai militari dell’Arma ha associato il rapimento ad alcune minacce che nel 2021 l’ex convivente aveva trovato davanti al cancello di casa per una rapina per la quale Del Pozzo era stato arrestato nel 2020 e poi assolto per non avere commesso il fatto, ma la sua versione non ha retto ai riscontri e alle indagini dei carabinieri e alle contestazioni mosse dalla Procura di Catania.

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