Una scultura iperrealista riporterà in vita nel catanese e sarà reincarnato nel bronzo Franco Battiato. L’operazione sarà realizzata dal suo amico, lo scultore internazionale Carmine Susinni, che riporterà il più amato cantautore del secolo tra di noi vivo e interattivo proprio come ha fatto con l’altro grande amico Lucio Dalla. Il maestro Susinni realizzerà uno degli otto bozzetti in esame di cui quattro raffigurano Franco e Lucio insieme per omaggiare il sentimento di amicizia che li legava, avendo casa a Milo a poca distanza. All’opera bronzea che sta realizzando il maestro, sono interessati le città di Riposto, Catania e Milo, già richiesta da vari sponsor del capoluogo etneo. Il progetto è già stato finanziato dallo studio associato per le ricerche e le performance delle belle Arti, che anticipa il costo, riscattando la copia d’autore che andrà al museo d’arte Interattiva che nascerà a Milano nel 2025. Progetto condiviso e approvato con entusiasmo da Vittorio Sgarbi, amico del maestro Battiato e grande estimatore del maestro Susinni, che lo portò alla ribalta mondiale, all’Expo di Milano, inserendo la significativa installazione di Lucio Dalla in cornice nella raccolta Museale Il tesoro d'Italia; l’esposizione universale l’ha esposta nella massima evidenza del Decumano, divenendo l’opera dei selfie con oltre tre milioni di scatti. Fu introdotta nei beni culturali per il contenuto e il Ministro Dario Franceschini in una lettera la dichiarò: “Scultura Iconica dell’Esposizione Universale”. L’opera continua a girare l’Italia negli eventi culturali più significativi: Milano, Bologna, Sanremo, Matera Capitale Europea della Cultura e tante altre città. Il maestro Susinni, continua a registrare un successo internazionale della sua poetica. L’interesse anche dall’estero è dovuto alla nuova concezione di fare e fruire l’arte dentro un simbolo universale, perché la sua arte coinvolge piacevolmente con l’interattività, emoziona con l’iperrealismo, i personaggi pop e fa riflettere con tematiche e simboli. L’idea di questo nuovo ciclo nasce all’inizio del nuovo millennio, quando il maestro, nelle sue ricerche sociologiche da comunicare con l’arte, profetizzò l’avvicinarsi di una nuova epoca globale, che avrebbe cambiato la nostra società in modo epocale, grazie all’espansione della tecnologia digitale e dei social media. Il maestro Susinni, per esprimere questo concetto, ha ideato il simbolo della cornice per descrivere la condizione dell’uomo nell’era virtuale; concettualmente la cornice chiude lo spazio, immaginando tutti noi chiusi, circoscritti e incorniciati dentro uno schermo interattivo globale, dove vivremo buona parte della nostra vita on line, concetto, tra l’altro, condiviso per un testo da Franco Battiato, Lucio Dalla e Vittorio Sgarbi. C’è da aggiungere che nel 2006, alla notizia della candidatura di Milano per Expo 2015, il maestro Susinni, prendendo spunto dall’Expo di Parigi del 1900 e dal simbolo rimasto della torre Eiffel, osò progettare un simbolo anche per l’Expo di Milano 2015, ideando la cornice grattacielo più grande del pianeta, come simbolo Universale della nuova epoca. Tra il 2006-7 il maestro sognatore, non essendo architetto, tentò di regalare l’idea ai vari studi di progettazione impegnati per i grattacieli di Milano, nelle aree di Porta Nuova, Garibaldi, Varesine e Isola; nel 2008 provò presso la società EXPO MILANO 2015 S.P.A. per l’area di Expo, ma senza nessun esito, per cui, deluso, abbandonò l’idea. L’anno di Expo 2015 il destino ha voluto che fosse l’anno zero della nuova era virtuale, profetizzata dal maestro, perché statisticamente la metà della popolazione mondiale è connessa alla rete; perciò Susinni portò il suo simbolo della cornice all’Expo attraverso l’installazione di Lucio Dalla, aprendo ufficialmente, al centro del Decumano, l’alba della nuova era virtuale. Dopo 15 anni dal sognato progetto della cornice grattacielo, il colpo di scena: il maestro Susinni, alcuni mesi fa, ha scoperto piacevolmente che quel sogno si è avverato all’Expo di Dubai 2020-21: sarà una coincidenza? Fatto sta che a Dubai resta la proficua cornice grattacielo più visitata al mondo (Dubai Frame) costata 53 milioni; invece a Milano con 2.2 miliardi spesi non resta niente da visitare, perdendo un’occasione storica! “Povera patria” cantava Franco Battiato.