“Oggi è stato un giorno estremamente speciale! Ero elettrizzato all'inverosimile di aver potuto visitare Castello degli Schiavi, la villa in cui è stato girato il più grande film di tutti i tempi e il mio preferito di tutti i tempi, Il Padrino. Avevo la pelle d'oca, ero così eccitato e mi sono divertito a rievocare alcune scene del film". È il commento sul suo profilo Facebook di Earvin Johnson Jr., meglio conosciuto come Magic Johnson il noto ex cestista, allenatore di pallacanestro, imprenditore e dirigente sportivo statunitense, considerato uno dei più grandi giocatori della storia della pallacanestro, che in questi giorni si ta godendo una straordinaria vacanza in Sicilia, terra che lo ha affascinato e meravigliato. "Cookie e io vogliamo inviare un enorme ringraziamento al proprietario Barone Franco Platania! Non consente più visite guidate della proprietà, quindi è stato speciale che abbia permesso a Cookie e a me di venire a vedere tutte le bellissime opere d'arte, manufatti e oggetti d'antiquariato! È più di un semplice set per il Padrino, all'interno ci sono alcune bellissime opere d'arte e dipinti che risalgono al 1800! È stata una giornata fantastica e un'esperienza indimenticabile!” Magic, accompagnato dalla moglie si è divertito a simulare alcune scene del film nello splendido set naturale del Castello degli schiavi di Fiumefreddo di Sicilia, che costituisce un’attrazione irresistibile anche perchè si trova a due passi da Taormina e dal mare Jonio e per la leggenda che ruota attorno al maniero. Il Castello degli Schiavi di Fiumefreddo rappresenta un gioiello del barocco rurale siciliano. Sorge sulla strada che si spinge sino alla costa di Marina di Cotto e, lungo quella che un tempo era la Via Mulinelli, e deve il suo nome proprio ad una leggenda. Il castello venne costruito nella seconda metà del Settecento come villa residenziale di campagna ed è stato utilizzato più volte come location cinematografica. Oggi è una struttura esclusiva per eventi e matrimoni. Sorse come villa di campagna del palermitano Gaetano Palmieri e sotto la guida degli architetti Giovan Battista Vaccarini e Sebastiano Ittar.
La leggenda
Si racconta che il medico palermitano abbia salvato Ignazio Sebastiano, figlio di don Ferdinando Francesco Principe di Palagonia, da una gravissima malattia, e il nobile come segno di gratitudine gli donò un appezzamento del suo feudo, dove appunto il Palmieri fece costruire una villa che poi, per le sue torrette d’angolo, acquisì l’appellativo di castello. Sul piano più alto dell’edificio si trova quella che viene chiamata “loggia dei Mori” perché vi si trovano due statue di turchi affacciati che guardano verso il mare, come ad invocare l’aiuto dei loro compagni per essere liberati. La leggenda vuole che queste statue rappresentino i pirati turchi che, dopo aver saccheggiato il castello, rapirono i due coniugi proprietari, ma furono messi in fuga dal cav. Corvaja di Taormina, perdutamente innamorato della moglie del medico, Rosalia di Villabianca, il quale riuscì ad impedire che i Palmieri venissero catturati. Ma due pirati turchi, Shamira e Mustafà, rimasero prigionieri all’interno dell’edificio e per questo motivo i proprietari costruirono una loggetta dove posero le due statue. La denominazione della villa deriverebbe quindi dalla presenza di questi due mezzibusti, anche se molto probabilmente deve il nome all’esistenza di una vicina cava di pietra, che nel passato era denominata “scavu Cruyllas di Castello” dove con Castello si indica l’omonima contrada, il nucleo originario del paese di Fiumefreddo di Sicilia. Tant’è che l’edificio è anche conosciuto come “casteddu di Scavi”.